Vita Chiesa

Simoni e Maniago in Eritrea per inaugurare una scuola

di Gianni RossiPrima l’acqua, poi l’istruzione. Il rapporto di amicizia e cooperazione che lega da qualche anno l’Eparchia di Keren in Eritrea e le Diocesi di Firenze e Prato ha vissuto questa estate un altro momento significativo. In quelle terre, nella regione centro-settentrionale del piccolo paese del Corno d’Africa, fiaccato da anni di guerre e da una dura dittatura, l’approvvigionamento idrico è spesso un sogno e l’istruzione un lusso. Dopo aver realizzato negli anni passati (grazie alla collaborazione di Publiacqua), la principale azienda di gestione delle acque in Toscana, cinque pozzi e una diga, quest’anno è stata la volta della scuola di Hagaz, una cittadina nella regione di Keren.

Giovedì 17 agosto l’eparca Yebio Kindane, il vescovo di Prato Gastone Simoni e l’ausiliare di Firenze Claudio Maniago hanno inaugurato insieme la scuola parrocchiale costruita dalle Caritas delle due Chiese toscane. L’apertura ufficiale della scuola è stato il momento culminante del viaggio che Simoni e Maniago, accompagnati da don Santino Brunetti e Andrea Gori – rispettivamente direttore della Caritas pratese e vicedirettore di quella fiorentina – hanno tenuto in Eritrea dal 15 al 19 agosto. «È stata un’esperienza davvero significativa – racconta il Vescovo di Prato – sia per rendersi conto dei nostri progetti che, soprattutto, per conoscere da vicino la Chiesa eritrea, piccola ma molto viva e stimata anche dagli ortodossi e dai musulmani».

Per mons. Maniago «è la conferma dell’importanza della cooperazione tra le Chiese: si dà, ma in cambio si riceve molto, in termini di testimonianza di fede e di umanità». L’accoglienza che la piccola parrocchia di Hagaz ha preparato per la delegazione episcopale ne è stata una chiara dimostrazione, tra canti, preghiere, danze e una lunga e solenne celebrazione eucaristica. «La situazione sociale è molto difficile e la povertà è tanta – sottolinea mons. Simoni – ma la serenità e la generosità della gente sono davvero edificanti».

Grazie al progetto delle due Caritas (145.000 euro la spesa), circa trecento alunni potranno finalmente compiere gli studi di base (pressappoco le nostre elementari e medie) in una struttura funzionale, dotata di tutta la strumentazione necessaria e – caso raro in quelle terre – di bagni con fosse biologiche. In una regione abitata perlopiù da musulmani, la scuola parrocchiale che accoglie studenti di ogni confessione e religione «rappresenta – sottolineano insieme Brunetti e Gori – un piccolo ma reale laboratorio di dialogo e di civile convivenza, oltre che di promozione umana». Ad Hagaz la delegazione ha incontrato anche i 19 pratesi del gruppo Shaleku che, con don Helmut Szeliga, vicedirettore della Caritas, hanno partecipato al quarto campo estivo nella zona.

Mons. Yebio Kidane, durante l’inaugurazione, ha avuto parole di profonda gratitudine: «La scuola e l’animazione dei ragazzi con i campi estivi – ha affermato l’Eparca (come viene chiamato il Vescovo della Chiesa cattolica di rito alessandrino) – sono le opere più visibili ad Hagaz; nei dintorni è grazie a voi che alle nostre mamme sono risparmiate ore e ore di fatica ogni giorno: ora possono attingere l’acqua vicino alle loro abitazioni».