Vita Chiesa

Sinodo 2018: Ruffini, «fare della parrocchia la casa dei giovani». Il 25 pellegrinaggio sulla Francigena

«Le parrocchie non bastano più ai giovani, che sono abituati alla connettività senza confini», ha detto il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede,  riferendo del dibattito ai giornalisti: «Creare una rete di parrocchie in tutto il mondo», una delle «buone pratiche» suggerite nell’ambito della pastorale giovanile: con i giovani – secondo i 267 padri sinodali riuniti in Vaticano fino al 28 ottobre – occorre «recuperare un rapporto personale», tenendo conto nello stesso tempo del fatto che «la società digitale chiede alla Chiesa di stare nelle reti sociali in modo efficace, per raggiungere ogni periferia». Tra le proposte emerse, quella di valorizzare le Giornate mondiali della gioventù, ma anche l’ordinarietà del vissuto pastorale, utilizzando ad esempio «il volontariato internazionale come ponte» tra questi due versanti della realtà abitata dai giovani.

Interpellato su quanto spazio abbia occupato la questione della vocazione dei giovani al sacerdozio, il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha risposto come nel suo Circolo minore si sia cercato di «allargare il concetto di vocazione, per applicarlo oltre che al sacerdozio anche alle altre dimensioni della vita, come la vocazione all’impresa o alla politica», partendo dalla capacità «di riconoscere la vita come vocazione e di misurarsi continuamente con la volontà di Dio».

Ad una domanda sulla presenza delle donne al Sinodo ha risposto suor María Luisa Berzosa González, direttrice di «Fe y alegría» e responsabile di una scuola cattolica e di educazione popolare in Spagna: «Se nella Chiesa non c’è una porta spalancata ma c’è una fessura, io mi infilo come donna», ha detto auspicando «più inclusione» nella Chiesa, affinché quest’ultima «sia più presente come popolo di Dio e non solo come gerarchia». Sulla questione degli abusi, la religiosa ha risposto: «Sono felice che gli abusi vengono fuori, dobbiamo purificarci. Ma questo mi fa anche soffrire: anche nella mia Congregazione ci sono stati momenti difficili».

Il 25 ottobre, i padri sinodali riuniti in Vaticano per il Sinodo dei vescovi sui giovani compiranno un pellegrinaggio lungo l’ultimo tratto della Via Francigena, ha annunciato ai giornalisti Paolo Ruffini. Il percorso del pellegrinaggio, promosso dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, si snoderà lungo i 6 chilometri che separano il Parco di Montemario da piazza San Pietro, punto di arrivo del pellegrinaggio, che si concluderà con una celebrazione eucaristica sulla tomba di Pietro.

Intanto il Papa – ha reso noto Ruffini – ha ricevuto 1.509 cartoline scritte dai giovani francesi che hanno partecipato a un evento pre-sinodale che ha coinvolto le otto diocesi dell’Ile-de-France. Alle domande dai giornalisti sulla procedura che porterà alla stesura del documento finale, il prefetto ha ribadito che «sarà votato punto per punto, con la maggioranza dei due terzi» ad ogni votazione dei padri sinodali.

Questo pomeriggio si riunirà la Commissione sinodale incaricata della stesura del documento, che elaborerà una relazione provvisoria da discutere in Aula. Dopo eventuali proposte di modifica e suggerimenti, il documento finale del Sinodo sarà letto integralmente, con le relative traduzioni, nella mattinata dell’ultimo giorno, il 28 ottobre. Poi i 267 padri sinodali avranno due ore di tempo per rileggerlo e votarlo punto per punto, prima della stesura finale del documento, che verrà consegnata al Santo Padre, il quale deciderà cosa farne. I padri sinodali, infine, si stanno ancora confrontando sull’opportunità di unire al documento finale un Messaggio ai giovani.