Vita Chiesa

Sinodo 2018: una lettera ai giovani di tutto il mondo

Per la sua stesura è stata creata una Commissione che, rispecchiando le aeree geografiche, è composta da quattro padri sinodali, un giovane, un religioso, un invitato speciale e un esperto. Per i padri sinodali sono stati nominati mons. Emmanuel Gobilliard, vescovo ausiliare di Lyon (Francia), mons. Eduardo Horacio García, vescovo di San Justo (Argentina), mons. Anthony Colin Fisher, arcivescovo di Sydney (Australia) e il card. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui (Repubblica Centroafricana). Per gli uditori la scelta è caduta su due giovani, Briana Regina Santiago, apostola della vita interiore (Stati Uniti d’America), e Anastasia Indrawan, membro della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale di Indonesia (Indonesia). Completano la Commissione l’invitato speciale fr Alois, priore della Comunità ecumenica di Taizé (Francia), e come esperto, don Michele Falabretti, collaboratore del segretario speciale e responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei.

Una volta redatta la lettera sarà sottoposta all’approvazione finale dell’assemblea sinodale. I lavori proseguiranno oggi e domani con i Circoli minori, le cui relazioni dovranno essere consegnate entro il 19 ottobre. La prossima settimana vedrà i padri sinodali impegnati nella stesura, analisi e approvazione del documento finale del Sinodo.

Riscoprire il ruolo della donna «a partire dalla figura di Maria» e la necessità di «una conversione culturale nella Chiesa per una nuova stagione di promozione della donna, accelerando i processi di lotta contro la cultura machista e il clericalismo per il rispetto della donna e dei suoi carismi». È una delle istanze emerse in questi giorni durante i lavori del Sinodo sui giovani in corso in Vaticano. Ruffini ha spiegato che «è stata esplicitamente chiesta un’introduzione paritaria della donna nella vita della società e della Chiesa – ha detto il prefetto – c’è molto da fare e questo è urgente. I padri sinodali – ha aggiunto – si sono anche interrogati sulla possibilità di un Sinodo universale sulla donna e d’istituire un Pontificio Consiglio per i giovani, con la presidenza che possa essere affidata a una donna».

Tra gli altri temi segnalati da Ruffini quello della «lettura della Bibbia da parte dei giovani e dei modi attraverso i quali essi possono riscoprire le Sacre Scritture anche come tempo di preghiera nel loro discernimento vocazionale; dell’importanza della vita comunitaria; della riscoperta della pratica del digiuno e del protagonismo dei laici, un adeguato protagonismo dei laici, quello vero testimoniato dai santi, dai martiri e dai beati anche del nostro tempo. Molti giovani – è stato detto – sono più maturi di alcuni adulti, laici, sacerdoti e consacrati, che possono essere arroganti e corrotti».

Una pastorale per gli omosessuali. «È una questione pastorale e, come tale, dovrebbe essere trattata: quando diventa ideologica diventa tutto più complesso»: è quanto ha detto l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, nel corso del briefing quotidiano del Sinodo sui giovani. Interpellato in merito alla prefazione, da lui scritta, della versione italiana del libro del gesuita statunitense James Martin, «Un ponte da costruire», dedicato al dialogo e alla conoscenza tra le persone omosessuali e la Chiesa, mons. Zuppi ha ribadito che «serve una pastorale per i cattolici omosessuali. È una questione pastorale che riguarda molte persone, che bisogna vedere nelle diverse situazioni e che non è per nulla attuale. Lo testimonia il fatto che il gruppo di omosessuali cattolici di Bologna ha più di trent’anni. A mio avviso – ha affermato l’arcivescovo – è una questione pastorale, e come tale credo vada trattata: quando diventa ideologica diventa più complessa ed è meglio lasciarla da parte».

Riferendosi ai lavori del Sinodo mons. Zuppi ha rivelato che uno dei punti maggiormente toccati dai vescovi è stato quella della missione della Chiesa: «La Chiesa – ha spiegato – parla con tutti, e vuole arrivare a tutti. Nessuno è escluso dal dialogo, come ricorda il Papa, superando dei confini che poi si ricreano subito. La linea è quella della comunione, fondamentale perché può permettere alla Chiesa di rispondere alle tante domande cui deve far fronte. Se noi sogniamo, i giovani sognano. Il problema dei giovani riguarda tutta la Chiesa, è importante per capire quale Chiesa vogliamo essere. Se saremo in grado di sognare e di guardare con convinzione al futuro anche per i giovani si apriranno prospettive e la Chiesa non sarà qualcosa di distante e incomprensibile ma qualcosa di cui i giovani possono essere protagonisti».