Vita Chiesa

Sinodo: aborto e unioni omosessuali non sono «diritti umani»

Alcuni padri sinodali, si legge nella sintesi, hanno evidenziato che l’espressione «diritti alla salute sessuale e riproduttiva» non ha, nell’ambito del diritto internazionale, «una definizione precisa, finendo per racchiudere in sé principi in contraddizione tra loro, come la condanna dell’aborto forzato e la promozione dell’aborto sicuro, oppure la tutela della maternità e la promozione della contraccezione. Pur se privi di valore vincolante, tuttavia la promozione di tali ‘diritti’ rappresenta un rischio, perché può influenzare l’interpretazione di altre norme, in particolare nel campo della lotta contro la discriminazione della donna».

Soprattutto dall’Africa, ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, durante il briefing di oggi, è stata lamentata «la pressione degli organismi internazionali sui Paesi in via di sviluppo, per il controllo delle nascite o per le pratiche come il matrimonio omosessuale, e in generale riguardo ai ‘diritti alla salute sessuale e riproduttiva’». «Tutte interpretazioni», queste, ha aggiunto il portavoce vaticano, che vanno «in un senso di non rispetto della dignità, della libertà e della tradizione culturale di quelle popolazioni».

Durante la Congregazione di ieri pomeriggio, si legge nella sintesi, «è stata ribadita la vocazione alla vita come elemento fondante della famiglia»: di qui l’invito ai fedeli «affinché approfondiscano la conoscenza dell’Humanae Vitae, comprendendo così meglio anche il significato del ricorso ai metodi naturali di regolazione della fertilità e della non accettazione della contraccezione. Unione e procreazione – si è detto – non sono separate dall’atto coniugale». Ribadita, quindi, «con forza la condanna della manipolazione genetica e della crioconservazione degli embrioni». I padri hanno anche denunciato «la tendenza alla manipolazione della generazione, come conseguenza pratica della fecondazione artificiale», ha detto padre Lombardi: «La Chiesa deve essere coraggiosa nel denunciare, per evitare rischi di involuzione in questo campo».