Vita Chiesa

Sinodo: messaggio per le famiglie che soffrono a causa dei conflitti

In particolare, «eleviamo al Signore la nostra supplica per le famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell’appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza. Con il Santo Padre Francesco ribadiamo che ‘nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza’ e che ‘uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio!’ (Discorso ai leaders di altre religioni e altre denominazioni cristiane, Tirana, 21 settembre 2014)».

«Nel ringraziare le Organizzazioni internazionali e i Paesi per la loro solidarietà – proseguono i padri sinodali -, invitiamo le persone di buona volontà ad offrire la necessaria assistenza e l’aiuto alle vittime innocenti della barbarie in atto, e allo stesso tempo chiediamo alla Comunità internazionale di adoperarsi per ristabilire la convivenza pacifica in Iraq, in Siria e in tutto il Medio Oriente». Parimenti, «il nostro pensiero va alle famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze. A loro vogliamo assicurare la nostra costante preghiera perché il Signore misericordioso converta i cuori e doni pace e stabilità a quanti ora sono nella prova». «La Santa Famiglia di Nazareth che ha patito la ‘via dolorosa dell’esilio’ (Angelus, 29 dicembre 2013) – concludono i padri sinodali – faccia di ogni famiglia, ‘comunità di amore e di riconciliazione’ (ibid.), una sorgente di speranza per il mondo intero».