Vita Chiesa

Sinodo sulla famiglia: domande, uscire «fuori dai nostri schemi»

È la novità con cui inizia la seconda fase del Sinodo, e si avvia in tutte le Chiese del mondo il cammino annuale di preparazione che ci separa dalla sua celebrazione conclusiva. Insieme alla «Relatio Synodi», le domande pubblicate oggi vogliono essere una riflessione su come «ripartire dalla famiglia» per «annunciare con efficacia il nucleo del Vangelo», si legge nei «Lineamenta», in cui si ricorda che il cammino tracciato dal Sinodo straordinario «è inserito nel più ampio contesto ecclesiale» indicato dall’Evangelii Gaudium, partendo cioè dalle «periferie esistenziali», con una pastorale contraddistinta dalla «cultura dell’incontro», capace di «riconoscere l’opera libera del Signore anche fuori dai nostri schemi consueti e di assumere, senza impaccio, quella condizione di ‘ospedale da campo’ che tanto giova all’annuncio della misericordia di Dio». «La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi?», la domanda previa.

«In quale proporzione, e attraverso quali mezzi, la pastorale familiare ordinaria è rivolta ai lontani?». È una delle domande relative alla prima parte della «Relatio Synodi». Nei «Lineamenta» si chiede alle Chiese locali quali siano «le linee operative predisposte per suscitare e valorizzare il ‘desiderio di famiglia’ seminato dal Creatore nel cuore di ogni persona, e presente specialmente nei giovani, anche di chi è coinvolto in situazioni di famiglie non corrispondenti alla visione cristiana». «Tra i non battezzati – una delle domande contenute nei ‘Lineamenta‘ – quanto è forte la presenza di matrimoni naturali, anche in relazione al desiderio di famiglia dei giovani?». Altra domanda relativa alla prima parte: «come l’azione pastorale della Chiesa reagisce alla diffusione del relativismo culturale nella società secolarizzata e al conseguente rigetto da parte di molti del modello di famiglia formato dall’uomo e dalla donna uniti nel vincolo matrimoniale e aperto alla procreazione?».

Sulla scia della «Relatio Synodi», infatti, il testo pubblicato oggi registra le «contraddizioni culturali» che minacciano la famiglia e chiede quali siano, «oltre all’annuncio e alla denuncia, le modalità scelte per essere presenti come Chiesa accanto alle famiglie nelle situazioni estreme», quali le «strategie educative per prevenirle», e «che cosa si può fare per rafforzare le famiglie credenti, fedeli al vincolo».

«Accompagnare famiglie ferite e fragili». «Senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno». È il n. 44 dell’Evangelii Gaudium, a fornire le coordinate per lo «sguardo» della Chiesa verso le famiglie «ferite e fragili», di cui si parla nella seconda parte della «Relatio Synodi». «Dopo aver considerato la bellezza dei matrimoni riusciti e delle famiglie solide, e aver apprezzato la testimonianza generosa di coloro che sono rimasti fedeli al vincolo pur essendo stati abbandonati dal coniuge – si legge nei Lineamenta – i pastori riuniti in Sinodo si sono chiesti – in modo aperto e coraggioso, non senza preoccupazione e cautela – quale sguardo deve rivolgere la Chiesa ai cattolici che sono uniti solo con vincolo civile, a coloro che ancora convivono e a coloro che dopo un valido matrimonio si sono divorziati e risposati civilmente». «Consapevoli degli evidenti limiti e delle imperfezioni presenti in così diverse situazioni, i Padri hanno assunto positivamente la prospettiva indicata da Papa Francesco», si ricorda nel testo, in cui si esortano le Chiese locali a interrogarsi su «come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili».

Il «dono» dell’indissolubilità. «Come possono i fedeli mostrare nei confronti delle persone non ancora giunte alla piena comprensione del dono di amore di Cristo, una attitudine di accoglienza e accompagnamento fiducioso, senza mai rinunciare all’annuncio delle esigenze del Vangelo?». È un’altra domanda dei «Lineamenta» riferita alla seconda parte della «Relatio Synodi». E ancora: «Che cosa è possibile fare perché nelle varie forme di unione – in cui si possono riscontrare valori umani – l’uomo e la donna avvertano il rispetto, la fiducia e l’incoraggiamento a crescere nel bene da parte della Chiesa e siano aiutate a giungere alla pienezza del matrimonio cristiano?». Molta attenzione, nel testo, anche alla questione del «dono dell’indissolubilità» del matrimonio cristiano, di cui va mostrata sempre di più ai fedeli «la grandezza e bellezza», testimoniando che «la benedizione di Dio accompagna ogni vero matrimonio» e manifestando che «la grazia del sacramento sostiene gli sposi in tutto il cammino della loro vita». Le Chiese locali, inoltre, sono sollecitate attraverso le domande a far conoscere meglio il magistero ecclesiale sulla famiglia «in tutta la sua ricchezza» e a promuovere iniziative di catechesi che favoriscano «il superamento della distanza possibile fra ciò che è vissuto e ciò che è professato e promuovendo cammini di conversione».

Non si parte da zero. «Lasciarsi guidare dalla svolta pastorale che il Sinodo Straordinario ha iniziato a delineare, radicandosi nel Vaticano II e nel magistero di Papa Francesco». È l’invito che precede le domande di approfondimento della terza parte della «Relatio Synodi», quella dove sono affrontati anche i temi che maggiormente hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica: matrimoni civili, convivenze, divorziati risposati, persone con tendenza omosessuale. Per affrontare adeguatamente le sfide poste da tutte queste situazioni, ci vuole «una pastorale retta dall’arte dell’accompagnamento», come spiega il Papa nell’Evangelii Gaudium. Tra le domande contenute nei «Lineamenta», quella su «come rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità» matrimoniale. «La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati – si legge nel testo – necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente ‘la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti’». Di qui la richiesta a tutte le diocesi del mondo di chiedersi: «Quali le prospettive in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme d’impedimenti non dovute o non necessarie?».

Per quanto riguarda la necessità di «dare risposte valide alle sfide poste dai matrimoni misti e da quelli interconfessionali», occorre chiedersi se «la normativa attuale permette di dare risposte valide», oppure se bisogna «tener conti di altri elementi». «La cura pastorale delle persone con tendenza omosessuale – si ribadisce nei ‘Lineamenta‘ – pone oggi nuove sfide, dovute anche alla maniera in cui vengono socialmente proposte i loro diritti». «Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale?», è la domanda rivolta a questo ambito. E ancora: «Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?».

Rispettare l’«ecologia del generare». «Come promuovere il dialogo con le scienze e le tecnologie biomediche in maniera che venga rispettata l’ecologia umana del generare?». È la domanda dei «Lineamenta» relativa alla parte della «Relatio Synodi» in cui si affronta il tema della trasmissione della vita e della sfida della denatalità. «Quali i passi più significativi che sono stati fatti per annunziare e promuovere efficacemente l’apertura alla vita e la bellezza e la dignità umana del diventare madre o padre?», l’altra domanda rivolta alle Chiese locali, alle quali si addita come esempio l’«Humanae vitae» del Beato Paolo VI. Esame di coscienza anche su «come la Chiesa combatte la piaga dell’aborto, promuovendo un’efficace cultura della vita». Sul piano socio-politico, le comunità ecclesiali sono esortate a essere coraggiose «nella proposta di soluzioni valide» per promuovere una maternità e paternità «generosa», incoraggiando anche «all’adozione e all’affido quale segno altissimo di generosità feconda» e promuovendo «la cura e il rispetto dei fanciulli».

Il testo integrale dei «Lineamenta»