Vita Chiesa

Sinodo valdese: mons. Forte (Cei), «clima fraterno e inizio di un nuovo cammino»

Il vescovo era accompagnato da don Cristiano Bettega, direttore dello stesso ufficio della Cei. «Credo – dice al Sir Forte – che la visita di papa Francesco segni l’inizio di un nuovo cammino. Ed è un cammino segnato soprattutto dallo sforzo di un reciproco ascolto nell’amicizia, nel rispetto, per cogliere le ricchezze che l’altro può offrirci e per guardare insieme ad un futuro che il Papa ha definito, con una formula cara ai teologi ecumenici sia evangelici che cattolici come per esempio Yves Congar, di diversità riconciliata. L’unità a cui tendiamo – spiega Forte – non è l’appiattimento o la negazione delle differenze ma una diversità riconciliata, una sinfonia che in qualche modo è analoga a quella della Trinità divina dove le tre Persone sono così profondamente uno da essere ciascuna profondamente se stessa nella ricchezza che la caratterizza e nella reciprocità del dono con l’altro. Questo è il modello verso cui tendiamo».

È «l’umanità intera» che attende dalle Chiese questa voce. «Una società come la nostra spesso secolarizzata o indifferente – dice mons. Forte – ha bisogno di sentire la freschezza del Vangelo annunciata concordemente insieme pur nelle diversità di storie e di tradizioni da cattolici ed evangelici». Il vescovo ha infatti lanciato al sinodo valdese un invito: «Camminiamo insieme al servizio del vangelo, per la causa di Dio e degli uomini, nostri compagni di strada». Nel suo intervento Forte ha definito la lettera con cui il Sinodo metodista e valdese ha risposto alla richiesta di Francesco, «una lettera vera, bella, aperta» e «onesta».

Poi facendo riferimento alla questione, posta dal moderatore Eugenio Bernardini a papa Francesco nel tempio di Torino, del riconoscimento delle chiese metodiste e valdesi come chiese a pieno titolo ha detto: occorre superare «quella logica del ‘tutto o niente’ che ha portato alle reciproche condanne, fino all’esclusione di fratelli e sorelle, pur uniti dalla grazia battesimale, dalla partecipazione alla ricchezza dei doni divini ricevuti nella propria Chiesa, a cominciare dall’eucaristia. Occorrerà, certo, il coraggio di avanzare nella comune comprensione delle parole del Signore, in una crescita di comunione teologica e spirituale che esige reciproco ascolto e volontà comune di obbedienza al Dio vivente e alla Sua Parola. Ma la strada è aperta e il clima umano e spirituale sperimentato nell’incontro al Tempio Valdese di Torino schiude possibilità inattese».