Vita Chiesa

Tratta, la Via Crucis a Roma «per le donne crocifisse». Ramonda: «Punire i clienti»

Contro la piaga della schiavitù e dello sfruttamento opera da quarant’anni l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che ha organizzato la Via Crucis in collaborazione con la diocesi di Roma. Lo stesso Papa Francesco domenica, al termine dell’Angelus, aveva esortato i cittadini romani a partecipare alla Via Crucis, giunta quest’anno alla terza edizione.

«Per abbattere la schiavitù – ha detto a margine dell’iniziativa don Aldo Bonaiuto, del Servizio antitratta dell’Associazione – bisogna parlare dei fabbricanti di queste croci insopportabili che vengono imposte sulle spalle di ragazze fragilissime. Troppe persone o sono indifferenti o accertano che c’è la schiavitù in un silenzio assordante, pensando che ci debbano essere delle donne messe in vendita per soddisfare i bisogni perversi di maschi italiani senza scrupoli che ogni notte violentano ragazze di cui quasi il 40% è minorenne». «Non possiamo tacere – ha ribadito – di fronte la vergogna di cui nessuno parla ed è con questi gesti che cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica e risvegliare la società civile».

Per monsignor Paolo Lojudice, vescovo del Settore Sud di Roma, «la Chiesa contro lo sfruttamento della prostituzione è come Davide contro Golia, però la Bibbia stessa ci insegna che con il Signore, anche se con poche armi, si possono fare grandi cose». «Non è un caso – ha continuato – che mi sia rivolto prima di tutto all’Associazione per far partire questa iniziativa, perché stiamo muovendo un gruppo di volontari e parroci anche noi sulla strada qui, nella zona dell’Eur, con delle unità di strada e di prossimità. Stiamo cercando di conoscere la rete dove possiamo portare le ragazze. Senz’altro – ha ribadito – le comunità di Don Benzi sono ramificate in tutta Italia, hanno una grande esperienza. Per questo ho ritenuto di avvalermi della loro collaborazione e del lavoro che già fanno a Roma da tempo». «Al di là dell’evento di questa sera, quello che conta è la concretezza del quotidiano, cioè il domani e il dopodomani. Un evento è bello e ha senso – ha concluso – se è un simbolo e spinge verso al concretezza di un’attività che deve essere fatta quotidianamente».

«Trenta anni fa, quando don Oreste Benzi ha iniziato a girare per le strade, alle ragazze chiedeva non ‘quanto vuoi?’ ma ‘quanto soffri?’». Così Giovanni Ramonda, responsabile della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ricordando il fondatore dell’opera nel suo intervento nel corso della Via crucis. «Lo scorso 12 agosto – ha continuato – Papa Francesco ci ha incitato a camminare, continuare a camminare per incontrare le vittime della prostituzione». «Vogliamo chiedere una legislazione che preveda la punibilità del cliente – ha affermato Ramonda -. Nessuna donna nasce prostituta ma viene costretta, umiliando la sua dignità. Questa Via Crucis – ha concluso con un augurio – porti a tutte le donne costrette alla schiavitù un segno di speranza che giunga presto la loro Pasqua di resurrezione».

Lungo le sette stazioni che hanno composto la Via Crucis, la Croce di Cristo è stata trasportata da rappresentanti della magistratura e delle forze dell’ordine e, oltre ai brani del Vangelo di Marco, sono state lette alcune testimonianze di ragazze salvate dallo sfruttamento in strada. «Per trenta denari sono stata comprata. Mi hanno tradito. Ormai più nessuno mi verrà a salvare», ha detto una di loro attraverso la voce di alcuni volontari. E poi un’altra: «Sono caduta nella trappola dei potenti manipolatori, maltrattata ogni notte dai protettori e soprattutto dai clienti. Per tanti anni percossa senza potermi difendere. Io sono rimasta la prostituta da colpire da giudicare e poi da condannare».

Molte le autorità presenti. Oltre al cardinale Agostino Vallini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, a monsignor Paolo Lojudice, vescovo del settore Sud, hanno presenziato anche i ministri degli Affari esteri, Angelino Alfano, della Salute, Beatrice Lorenzin, e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Proprio quest’ultimo si è soffermato sulla necessità di stroncare il «mercato di carne umana da dove parte», riferendosi ai Paesi dell’Africa. «L’Europa – ha detto Tajani – deve intervenire a monte, e impedire che queste persone fuggano da casa. Bisogna costruire centri di accoglienza dove sia garantita la sicurezza perché i mercanti di carne umana non arrivino». Di donne invisibili, riferendosi alle vittime, ha parlato invece il ministro Lorenzin a margine della Via Crucis. «Hanno tutte lo stesso sguardo di morte – ha detto -. C’è una rimozione da parte della società nonostante sia per le donne una sofferenza atroce. La prostituzione rappresenta il terzo business al mondo, dopo quello delle droga e delle armi, compiuto sulla pelle delle donne. Lo Stato – ha concluso il ministro – può combattere la criminalità e salvare le vittime».