Vita Chiesa

UNITÀ DEI CRISTIANI: IL PAPA, APPELLO PER LA PIENA COMUNIONE E NUOVE FORME DEL MINISTERO PETRINO

I rapporti di “opposizione”, e in qualche caso di “odio reciproco” tra i cristiani sono uno “scandalo” per il mondo, oltre che un “danno” per la Chiesa, e vanno superati coltivando tra i cristiani “un amore impegnato a superare le divergenze” per “ricomporre la piena comunione”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che ha dedicato l’udienza generale di oggi al tema della “piena comunione di tutti i discepoli di Cristo”, nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si concluderà il 25 gennaio. L’unità è un “dono grande che però portiamo in vasi di creta fragili”, ha detto Giovanni Paolo II, secondo il quale “noi cristiani siamo tenuti tutti, ciascuno secondo la propria vocazione, a ricomporre la piena comunione”, impegnandoci “con cuore puro e sincero, senza stancarci” in questo “compito fondamentale” o orientato “all’evangelizzazione di tutte le genti”. Nel passato, ha ammesso il Papa, “i rapporti fra cristiani sono stati talora caratterizzati da opposizione, e in alcuni casi persino da odio reciproco”, e ciò – ha commentato il Papa citando il Concilio – costituisce “scandalo al mondo e danno per la predicazione del Vangelo”. Di qui la necessità di “coltivare tra i cristiani un amore impegnato a superare le divergenze: bisogna sforzarsi di superare ogni barriera con la preghiera incessante, con il dialogo perseverante e con una fraterna e concreta cooperazione a favore dei più poveri e bisognosi”. Anche la “riflessione comune” sulle “nuove” forme del ministero petrino, che resta comunque “perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità”, ha precisato il Pontefice, va inquadrata in questo “dialogo paziente e sicuramente proficuo”. “I cristiani sono oggi più compatti e solidali – ha detto Giovanni Paolo II facendo il punto sul cammino ecumenico -, anche se la strada verso l’unità resta in salita, con ostacoli e strettoie”: “vigilanza, perseveranza, fiducia” sono per il Papa le “dimensioni indispensabili dell’impegno ecumenico”, di quell’ “anelito per l’unità” che “non deve venir meno nella vita quotidiana delle Chiese e comunità ecclesiali, come anche nella vita dei singoli fede”. Sir