Vita Chiesa

Università Cattolica: messaggio Presidenza Cei, «al servizio dei giovani»

Il testo parte dalla consapevolezza «di vivere in un tempo di rapidi e profondi cambiamenti che toccano ogni ambito della vita umana, dal vissuto personale alle dinamiche familiari, dai processi culturali all’organizzazione economica e politica, fino alle grandi questioni legate alla globalizzazione, alla giustizia e alla pace, alla mobilità umana e alla custodia della casa comune». «Per affrontare scenari segnati da trasformazioni così radicali, di fronte ai quali possiamo sentirci impreparati e smarriti, è necessario – prosegue il testo – dotarsi di adeguati strumenti cognitivi e operativi. È questo l’affascinante compito che in modo peculiare investe le istituzioni accademiche chiamate, per un verso, a essere i sensori in grado di monitorare e decifrare i fenomeni di cambiamento epocale e, per un altro, a offrire alle nuove generazioni una formazione all’altezza delle ineludibili sfide che l’umanità si trova ad affrontare. Se da sempre le università sono state investite di tali responsabilità, oggi lo sono in modo ancora maggiore e più impegnativo». Ecco allora il ruolo dell’Università Cattolica , che si conferma «uno dei luoghi più significativi per la formazione delle nuove generazioni», offrendo «strumenti qualificati per studiare il mondo e individuare le strade che conducono alla costruzione del bene comune».

«Nessuno può rimanere indifferente di fronte ai cambiamenti o subirli passivamente»; piuttosto, alla luce del magistero di Papa Francesco, «occorre porre le basi per una svolta che sappia riportare al centro della convivenza sociale i valori della solidarietà e dell’accoglienza, della pace e della giustizia, dell’amore reciproco e della custodia del creato», si legge ancora nel messaggio della Presidenza Cei. «Ai giovani, che sono il vero motore del cambiamento, è chiesto di non tirarsi indietro, di non aver paura e di non rimandare a un domani incerto il loro impegno deciso e generoso per la propria realizzazione e per il bene dell’umanità», prosegue il testo, ricordando che «già ora, nel momento dello studio, possono dare il loro contributo». «Nei giovani – osservano i vescovi – non c’è solo timore e rassegnazione, ma come emerge dalle indagini promosse dall’Ateneo e dall’Istituto Toniolo, in loro c’è un desiderio profondo e sincero d’impegno. Nonostante i segnali ambivalenti o negativi non hanno perso la speranza. In essi è ancora forte la ricerca di giustizia, di verità, di bellezza che abita il cuore di ogni uomo e che è la vera molla del cambiamento». E «l’ambiente universitario, quando è davvero al servizio dei giovani e si mette in gioco con loro, può offrire un contributo decisivo per sostenerli nella costruzione di risposte efficaci per un mondo più giusto e più vero. Così lo studio, quando è vissuto come un atto d’amore verso se stessi, gli altri e il mondo, porta già in sé i germi fecondi di un cambiamento autentico e positivo».