Vita Chiesa

Via Crucis al Colosseo: La Lev pubblica le meditazioni di mons. Bregantini

I testi delle meditazioni – che saranno pubblicati martedì dalla Libreria Editrice Vaticana – sono stati scritti da monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, che nelle 14 stazioni della Passione ha portato le piaghe del mondo di oggi. Nelle sue riflessioni, anticipa oggi la Radio Vaticana, “ci sono i drammi degli immigrati, le ferite delle donne che subiscono violenze, i traumi dei bambini abusati, il dolore di quelle madri che hanno perso i loro figli nelle guerre, nel baratro della droga o nel gorgo dell’alcol. Ma in Gesù che cade per tre volte lungo la strada verso il Golgota, l’arcivescovo fa intravedere anche la certezza della speranza: dentro la prova, la preghiera intensa a Dio alleggerisce ogni croce personale. E così da Cristo si apprende ad accettare le fragilità, a non scoraggiarsi per ogni fallimento. Invece, Simone di Cirene, l’uomo che ha aiutato il Figlio di Dio a portare la croce, oggi ci dice che andare incontro all’altro, offrire il proprio aiuto, genera fraternità, e fa scoprire Dio in ogni essere umano”.

Nei testi della Via Crucis di monsignor Bregantini ci sono pure le realtà del Sud Italia: “I bambini uccisi dai tumori causati dagli incendi dei rifiuti tossici – riferisce la Radio Vaticana -, le necessità di quanti chiedono asilo, cercano una nuova patria ma trovano porte chiuse. Gli ultimi della società odierna sono lì, nelle diverse stazioni della Via della Croce, dove i patimenti di Cristo ricordano quelli dei detenuti, in carceri sovraffollate – con troppa burocrazia e una giustizia lenta – o in tetri istituti penitenziari, dove a volte la tortura è ancora una pratica. Ma c’è anche la Chiesa nella Passione di Gesù, ne è simbolo la sua tunica rimasta intatta, che rimanda all’unità da ritrovare, a quell’armonia da raggiungere con un ‘cammino paziente, in una pace artigianale, costruita ogni giorno’ attraverso la fraternità, la riconciliazione e il perdono reciproco. E se straziante ha percorso i secoli l’immagine di Gesù deposto dalla croce tra le braccia di Maria, altro dice quest’icona chiamata ‘Pietà’: ‘La morte non spezza l’amore. Perché l’amore è più forte della morte… Chi è pronto a sacrificare la sua vita per Cristo, la ritroverà. Trasfigurata, oltre la morte’”.