Vita Chiesa

Vita consacrata, Papa Francesco: «Siate padri e madri dei giovani che formate»

«Ma in realtà – ha proseguito Francesco – c’è una indubbia diminuzione quantitativa, e questo rende ancora più urgente il compito della formazione, una formazione che plasmi davvero nel cuore dei giovani il cuore di Gesù». «Non c’è crisi vocazionale là dove ci sono consacrati capaci di trasmettere, con la propria testimonianza, la bellezza della consacrazione», ha assicurato il Papa, che ha rivolto il suo «pensiero affettuoso» ai «giovani che, spinti dall’amore di Dio, cercano nella Chiesa le strade per assumerlo nella propria vita». «Non siete soltanto maestri, siete soprattutto testimoni della sequela di Cristo nel vostro proprio carisma», ha detto il Santo Padre ai formatori: «E questo si può fare se ogni giorno si riscopre con gioia di essere discepoli di Gesù». Di qui l’esigenza di «curare sempre la vostra stessa formazione personale, a partire dall’amicizia forte con l’unico Maestro».

«È bella la vita consacrata, è uno dei tesori più preziosi della Chiesa», ha poi ribadito il Papa, secondo il quale «è bello esserne formatori, perché è un privilegio partecipare all’opera del Padre che forma il cuore del Figlio in coloro che lo Spirito ha chiamato». «A volte si può sentire questo servizio come un peso, come se ci sottraesse a qualcosa di più importante», ha ammesso Francesco, «ma questo è un inganno, è una tentazione». «È importante la missione, ma è altrettanto importante formare alla missione – ha raccomandato il Papa – alla passione dell’annuncio, dell’andare ovunque, in ogni periferia, per dire a tutti l’amore di Gesù Cristo, specialmente ai lontani, raccontarlo ai piccoli e ai poveri, e lasciarsi anche evangelizzare da loro». Tutto questo, però, «richiede basi solide, una struttura cristiana della personalità che oggi le stesse famiglie raramente sanno dare, e questo aumenta la vostra responsabilità». «Grazie, cari formatori e formatrici, del vostro servizio umile e discreto, del tempo donato all’ascolto, all’accompagnamento e alla cura di ogni vostro giovane», ha detto Francesco al termine del discorso: «In questa missione non vanno risparmiati né tempo né energie. E non bisogna scoraggiarsi quando i risultati non corrispondono alle attese. E se a volte potrete avere la sensazione che il vostro lavoro non sia abbastanza apprezzato, sappiate che Gesù vi segue con amore, e la Chiesa tutta vi è grata».

«Una delle qualità del formatore è quella di avere un cuore grande per i giovani, per formare in essi cuori grandi, capaci di accogliere tutti, cuori ricchi di misericordia, pieni di tenerezza», ha aggiunto il Papa, che ai formatori alla vita consacrata ha detto: «Voi non siete solo amici e compagni di vita consacrata di coloro che vi sono affidati, ma veri padri, vere madri, capaci di chiedere e di dare loro il massimo. Questo è possibile soltanto per mezzo dell’amore, l’amore di padri e di madri». «Non è vero che i giovani di oggi siano mediocri e non generosi», ha aggiunto Francesco sfatando uno dei luoghi comuni più diffusi, «ma hanno bisogno di sperimentare che si è più beati nel dare che nel ricevere, che c’è grande libertà in una vita obbediente, grande fecondità in un cuore vergine, grande ricchezza nel non possedere nulla». Di qui la necessità di «essere amorosamente attenti al cammino di ognuno ed evangelicamente esigenti in ogni fase del cammino formativo, a cominciare dal discernimento vocazionale, perché l’eventuale crisi di quantità non determini una ben più grave crisi di qualità». In questa prospettiva, «la formazione iniziale è solo il primo passo di un processo destinato a durare tutta la vita, e il giovane va formato alla libertà umile e intelligente di lasciarsi educare da Dio Padre ogni giorno della vita, in ogni età, nella missione come nella fraternità, nell’azione come nella contemplazione».