Vita Chiesa

XXV CEN: CARD. BAGNASCO AL PAPA, «LA FEDE COME IL PANE»

(Ancona, dagli inviati Sir) – “La sua presenza in mezzo a noi ci riempie di gioia perché conferma la nostra fede, invitandoci a vivere nella consapevolezza della liberazione portata da Cristo e a svolgere la nostra esistenza come offerta di noi stessi a Dio, perché la sua vittoria si manifesti pienamente a tutti gli uomini attraverso una condotta intimamente rinnovata”. Lo ha detto, oggi, il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nel suo indirizzo di saluto a Benedetto XVI, nella concelebrazione eucaristica a conclusione del XXV Congresso eucaristico nazionale italiano nel Cantiere navale di Ancona. Un grazie anche per il “costante e illuminante Magistero” del Papa “volto a rinnovare il tesoro della fede e in esso ‘il Mistero da credere’”. I giorni del Congresso eucaristico hanno avuto “il merito di far riscoprire e gustare al popolo cristiano, qui convenuto numeroso da tutte le Chiese che sono in Italia, il mistero dell’Eucaristia, che è ‘il principio causale della Chiesa’, cioè l’alimento che la sostiene nel suo cammino attraverso il tempo”. In particolare, ha ricordato il porporato, “si è sottolineato il legame inscindibile tra l’Eucaristia e la vita quotidiana, perché uno degli effetti più insidiosi della secolarizzazione è quello di relegare la fede cristiana ai margini dell’esistenza, quasi sia inutile e sterile per la vita concreta”. “Il fallimento di questo pregiudizio che riduce la fede ad un fatto privato e ininfluente rispetto ai problemi e alle attese della gente, è sotto gli occhi di tutti – ha sottolineato il card. Bagnasco -. La perdita della fede va di pari passo con il venir meno di un’autentica sensibilità per il bene comune”. Al contrario, ha evidenziato il presidente della Conferenza episcopale italiana, “proprio l’incontro con Gesù Cristo trasforma dal di dentro l’esistenza di ciascuno ed è capace di rinnovare la vita di tutti”. Per questo, “l’Eucaristia è pane spezzato per la vita del mondo”. “L’ unione con Cristo che si realizza nel sacramento ci abilita anche ad una novità di rapporti sociali, come Lei, Santità, non si stanca di ripetere”. Il porporato ha quindi chiesto al Papa “la sua benedizione per l’Italia che attraversa un delicato momento sociale ed economico; per la nostra gente che ha bisogno della fede come del pane; per la Chiesa perché in essa ‘questo santissimo Mistero sia veramente creduto, devotamente celebrato e intensamente vissuto’”.