Vita Chiesa

Xenofobia e populismo: dal 21 al 24 maggio 2018 Vaticano e Wcc promuovono conferenza mondiale

Obiettivo della Conferenza – spiega al Sir mons. Bruno-Marie Duffé, segretario del dicastero vaticano – è partire dall’esperienza e dalle iniziative di accoglienza e solidarietà promosse dalle Chiese per arrivare a fare proposte concrete alla comunità internazionale, agli Stati e, quindi, ai responsabili politici. La Conferenza si concluderà, infatti, con un messaggio e un appello sulla cooperazione internazionale che veda impegnati insieme Stati, religioni e Chiese. È quanto emerge dall’incontro di riflessione e lavoro che si è concluso oggi, a Roma, al quale hanno partecipato i membri del Dicastero vaticano, del Wcc e rappresentanti di diverse Chiese, in vista e in preparazione della Conferenza internazionale. Il tema dell’incontro – spiega il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese – pone purtroppo una questione estremamente urgente: il crescente fenomeno del populismo: xenofobia e razzismo, stigmatizzazioni e addirittura vera e propria violenza contro i migranti. Lo vediamo in Europa, in Nord America, in molte realtà di tutto il mondo. Stanno prendendo vigore ideologie che cavalcano le paure, promuovendo politiche fondate sulla chiusura delle porte, dei confini. Un movimento di pensiero che certamente non è nuovo nella storia ma in questo tempo assistiamo a un suo rafforzamento. Ci stiamo, quindi, chiedendo perché sta succedendo e, soprattutto, cosa le Chiese possono fare insieme per contrastare questo atteggiamento e promuovere pratiche nuove fondate sui valori del rispetto per la dignità di ogni essere umano e sulla possibilità del vivere insieme».

«Ho incontrato in agosto papa Francesco – ha raccontato al Sir il pastore Olav Fykse Tveit – ed ho avuto con lui una lunga conversazione. Abbiamo parlato del movimento ecumenico e abbiamo discusso su ciò che possiamo fare oggi insieme. Ad un certo punto il Papa mi ha detto: dobbiamo ricordare queste tre parole, ‘working, walking e pray together’ (lavorare, camminare e pregare insieme). Questa è la strada per proseguire nel movimento ecumenico, ci ha detto».

«A questa sua osservazione – ha proseguito il segretario del Wwc – io ho sorriso perché corrispondeva esattamente alle tre parole che figuravano nel titolo che il Wcc aveva dato al Rapporto sulla sua attività del 2016. Il Papa ci ha così incoraggiato indicandoci una via di impegno e azione in cui anche noi crediamo profondamente e cioè: questo è il tempo di fare insieme tutto ciò che possiamo fare perché le sfide sono grandi e solo insieme le Chiese le possono affrontare». L’impegno ora è quello di contrastare i fenomeni crescenti di xenofobia e populismo, che stanno dilagando in relazione soprattutto alle migrazioni. Le Chiese – dice il pastore – sono chiamate oggi a «spendersi per costruire ponti tra gli uomini. Questo è il messaggio forte che ci sta dando papa Francesco. Messaggio che il Wcc condivide profondamente. Le Chiese sono chiamate a intraprendere il pellegrinaggio della giustizia e della pace sulla terra, a farlo insieme e per il bene di tutti, non per il beneficio di qualcuno».