Arte & Mostre

Certosa di Firenze, dopo due anni di lavori riaperta la “Cappella delle donne”

La cerimonia di inaugurazione del luogo di culto, dopo l’intervento di ripristino, si è svolta questa mattina alla presenza di Cardinale Giuseppe Betori (Arcivescovo di Firenze), di Luigi Salvadori (Presidente della Fondazione CR Firenze, grazie al cui fondamentale intervento è stato possibile restaurare la chiesa), di Andrea Pessina (Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato), di Don Carmelo Mezzasalma (superiore della Comunità di San Leolino), di Giovanni Leoncini (storico dell’arte e della Certosa), di Valerio Tesi (architetto responsabile del progetto per conto della Soprintendenza) e di Antonio Fara (architetto responsabile della direzione lavori per contro dell’Arcidiocesi).

«Sono molto lieto di poter salutare la conclusione dell’intervento per il restauro della Cappella delle donne nel complesso monumentale della Certosa di Firenze – afferma il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze -, particolarmente per la bella e costruttiva collaborazione che ha portato alla sua realizzazione e che ha visto attivi la Soprintendenza di Firenze, l’Arcidiocesi di Firenze e la Comunità di San Leolino, con il generoso e indispensabile aiuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. La Cappella delle donne è dedicata alla beata Vergine Maria, figura centrale di questo tempo di avvento, ed è un simbolo di accoglienza dell’intero complesso. Molto significativo che la si sia potuta restaurare per dare un ulteriore segno del ruolo che la Certosa oggi intende portare avanti come centro di accoglienza e promozione spirituale e culturale per la città e non solo».

«Il nostro contributo per il recupero di questa bellissima cappella – dichiara il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – si inserisce nell’importante filone di interventi tesi alla conservazione e alla valorizzazione del nostro ricco patrimonio artistico. Ricordo, solo riferendomi agli ultimi lavori, il recente restauro dell’apparato decorativo interno della chiesa di San Giorgio e Santo Spirito alla Costa, il restauro della Porta dei Cornacchini della nostra Cattedrale, il consolidamento del Seminario Maggiore. In questo contesto e per sostenere la preziosa opera dei restauratori, fortemente colpiti dalla pandemia, abbiamo anche promosso il bando Firenze Restaura che, nelle sue tre edizioni e con uno stanziamento complessivo di 754.000 euro, ha consentito l’attivazione di ben 66 progetti tra Firenze e i comuni limitrofi. Il bando è rivolto espressamente alla conservazione e al restauro delle chiese e dei preziosi manufatti in esso conservati e che, anche per il loro valore storico-artistico, non devono essere assolutamente dispersi».

La restituzione alla preghiera e alla sosta silenziosa dei visitatori della “Cappella delle donne” è avvenuta al termine di un complesso e delicato intervento di recupero che ha visto impegnata la ditta Ram (Restauri artistici e monumentali).

In particolare, i restauri hanno riguardato l’intero edificio, per cui si è reso necessario il completo rifacimento della copertura e delle quattro facciate che, considerate le differenti caratteristiche e finiture che presentavano, sono state analizzate singolarmente; quindi il restauro degli ambienti interni dell’immobile, a partire dall’aula della Chiesa stessa con le sue decorazioni pittoriche e il suggestivo soffitto a cassettoni. Oltre a queste operazioni si sono svolti interventi di adeguamento e messa a norma degli impianti, sia elettrico, sia termico. Per completare l’opera, presto sarà avviato il recupero dei locali posti ai livelli inferiori, un intervento che necessiterà di un nuovo progetto.

Il restauro di tutto l’edificio, come scritto, è stato reso possibile grazie al fondamentale intervento della Fondazione CR Firenze che ha stanziato la cifra di 220mila euro, divisa in due tranche.

 

Alcune note storiche

Al centro della piccola corte d’ingresso alla Certosa, la “Cappella delle donne” fu costruita certamente per consentire alle donne di assistere alla celebrazione eucaristica o anche semplicemente per pregare. Le donne, infatti, potevano giungere alla Certosa fino a questa piccola corte, ma non potevano andare oltre poiché L’Ordine Certosino è stato, fin dalle origini, una formazione monastica di stretta clausura. Un Ordine interamente dedicato alla preghiera e alla vita eremitica, sebbene con uno stile di vita comunitario.  

In un documento del 1665 viene indicata come “cappella nuova della piazza”. Anche nella veduta a stampa, incisa da Alessandro Cecchini verso la fine del Seicento, viene descritta come “Sacellum novum S. Laurentii” (Oratorio nuovo di San Lorenzo).

Non se ne conosce l’architetto. Si tratta di una fabbrica molto lineare dal punto di vista architettonico. E fu necessario costruire delle alte sottostrutture (anch’esse in via di restauro) a causa del pendio scosceso del monte.

La Cappella fu dedicata a San Lorenzo – martire a Roma nel III secolo – come già la chiesa principale della Certosa. Nella Guida della Certosa del 1861 è indicato sull’altare un quadro raffigurante San Lorenzo di “Giacinto Butteri”, ma si tratta sicuramente di Giacinto Botti, pittore fiorentino (1603-1679). Curiosamente, nei documenti dell’epoca, riguardanti la Certosa (Archivio di Stato di Firenze, Conventi soppressi 51, filza n. 12), il pittore viene indicato come Giacinto Botteghi che, in quel periodo, aveva dipinto altre tele per la Certosa.

La Guida di Giuseppe Bacchi del 1930 ci informa che la Cappella andò distrutta da un incendio nel 1914, ma in questo stesso anno fu ricostruita con un interno “grazioso e decorato elegantemente in uno stile cinquecentesco” (lo stesso che si può ammirare dopo il restauro). Aggiunge, allo stesso tempo, che conteneva, in precedenza, il quadro del Botteghi (o meglio, Botti) e un San Nicola del Rossi, evidentemente andati distrutti durante l’incendio. Il Rossi però non è altro che Giovanni Paolo Roffi, mediocre pittore e fratello di un priore della Certosa, che operò qui proprio negli anni sessanta del Seicento.

In occasione della ricostruzione del 1914, inoltre, è probabile che la Cappella fosse stata dedicata alla Madonna in onore delle donne che potevano frequentarla liberamente.

Non si sa se le due statue in terracotta nelle nicchie della facciata, rappresentanti San Bruno, Fondatore dei Certosini, e San Lorenzo, siano della stessa epoca della costruzione primitiva. Sembrerebbero, piuttosto, un poco più tarde, forse settecentesche, a meno che non siano state rifatte dopo l’incendio, e dal momento che sembrano ben conservate.