Arte & Mostre

Firenze, icone russe in Battistero: un «ponte» di arte e fede

L’odore dell’incenso, la luce delle candele, il canto, la preghiera. Segni di venerazione che, secondo la tradizione ortodossa, sono dovuti alle icone e che queste tre splendide opere non ricevevano da quando, dopo la Rivoluzione del 1917, sono state collocate in un museo. Il Battistero di Firenze è lo spazio sacro che, da oggi, ospita tre tavole tra le più belle e preziose dell’arte sacra russa: le icone della Madre di Dio Odighitria di Pskov, della Crocifissione del Signore della Chiesa della Trinità del Monastero di Pavel di Obnora, opera di Dionisij, e soprattutto la famosa Ascensione della Cattedrale di Vladimir, attribuita al santo monaco Rublev.

Oriente e Occidente si sono incontrati in uno scambio in cui, come ha ricordato l’arcivescovo Giuseppe Betori, “arte e fede si intrecciano”. Uno scambio che ha visto arrivare a Mosca, da Firenze, la Maestà di San Giorgio alla Costa, opera di Giotto, e il Polittico di Santa Reparata, attribuito anch’esso a Giotto e alla sua bottega, esposte nella Galleria Tretyakov. Ieri invece è stata la volta dell’inaugurazione dell’ostensione (“non una semplice esposizione”, ha sottolineato Betori) delle tre icone, che resteranno a Firenze fino al 19 marzo.

“Oggi non c’è bisogno di parlare di comunione tra le nostre tradizioni, perché vediamo con gli occhi la nostra comune radice spirituale” ha affermato il vescovo Nestor, incaricato della cura pastorale delle parrocchie della Chiesa Ortodossa Russa in Italia, che insieme all’arcivescovo Betori ha inaugurato questa presenza. Arte orientale e arte occidentale, ha affermato, sono “modi di esprimere lo stesso lieto annuncio”. Proprio sulla radice di fede dell’arte ha messo l’accento anche Betori, rivolgendo un invito all’arte contemporanea a “tornare a meditare su questa radice, sempre a disposizione per una rinascita di autenticità di cui l’arte contemporanea in Occidente ha evidente necessità”.

Prima dei due vescovi, hanno portato il loro saluto Alberto Melloni, che con la Fondazione per le Scienze religiose “Giovanni XXIII” di Bologna è il grande ideatore di questa iniziativa, e Franco Lucchesi, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore che ha reso possibile lo scambio.

Nell’ottagono del Battistero, sotto i mosaici dorati di Coppo di Marcovaldo e Cimabue, di fronte a queste opere è risuonato più volte anche il nome di Giorgio La Pira, “il sindaco santo di Firenze – ha affermato Betori – che con le sue iniziative di pace ha inaugurato una nuova epoca di dialogo tra Oriente e Occidente”.