Arte & Mostre

Giotto a Mosca, Rublev a Firenze

di Riccardo Bigi

L’occasione è quella dell’«anno dello scambio culturale» tra Italia e Russia. Ma l’iniziativa che, a partire da fine dicembre, legherà insieme Firenze e Mosca è molto di più di un semplice scambio di capolavori d’arte.

L’iniziativa prevede l’arrivo a Firenze di tre opere che sono tra le più importanti dell’arte cristiana d’Oriente: il pezzo che fa più scalpore è sicuramente l’Ascensione di Andrej Rublev (nella foto un particolare), il più grande pittore russo di icone. Un’immagine che arriva in Italia per la prima volta: rarissime, d’altra parte, sono le fuoriuscite dai confini russi delle opere di questo artista quattrocentesco dalla vita misteriosa. Di lui si sa che visse, probabilmente, nel monastero di San Sergio e che nel 1988 è stato canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa.

Insieme a questa icona arriveranno altre due immagini meno celebri ma altrettanto affascinanti: la Madre di Dio Odighitria di Pskov e la Crocifissione di Dionisij.

Partiranno da Firenze per Mosca invece la Maestà di San Giorgio alla Costa di Giotto (conservata nel Museo diocesano di Santo Stefano al Ponte) e il Polittico di Santa Reparata, eseguito dal pittore insieme alla sua Bottega per quella che era allora la Cattedrale fiorentina, e oggi in Santa Maria del Fiore. Saranno esposte nella Galleria statale Tretyakov, la più grande collezione di arte russa, in una mostra che si aprirà il 19 dicembre.

Questo scambio però, dicevamo, non è solo un evento per gli appassionati di arte sacra. Il contesto in cui nasce è quello di una rete in cui si intrecciano fili artistici, culturali, religiosi. Da un lato c’è il lavoro compiuto dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXII, di cui è segretario lo storico Alberto Melloni, per l’edizione critica dei concili della Chiesa russa. A questo si aggiunge il fatto che le istituzioni accademiche e teologiche russe, alle prese con le questioni della traduzione della Bibbia, hanno chiesto aiuto proprio all’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che, come biblista e Segretario generale della Cei, negli anni passati ha dato grande impulso ai lavori per la versione italiana della Sacra Scrittura.

Date queste premesse, l’iniziativa assume un valore ancora più grande. «Sarebbe sbagliato – ha scritto Melloni presentando l’iniziativa sulle pagine del Corriere Fiorentino – dimenticare del tutto che le opere d’arte in molti casi sono portatrici di significati terzi: che non necessariamente differiscono e non necessariamente coincidono con quelli del committente e dell’autore. Significati legati alla memoria, alla comunicazione o alla fede».

E a dare il segno di tutto ciò sarà l’ambiente particolare in cui le opere russe saranno ospitate a Firenze: non una sede museale, ma il Battistero di San Giovanni. Non una semplice mostra quindi, ma una vera «ostensione» di opere nate per la liturgia. L’inaugurazione avverrà il 21 dicembre, per il calendario liturgico ortodosso festa di San Nicola; la cerimonia prevede un atto di venerazione davanti alle icone, con la presenza di alte autorità religiose da Mosca e i canti del Coro sinodale della Chiesa russa. Le opere resteranno in Battistero fino al 19 marzo, festa di San Giuseppe nel calendario cattolico.

Moltissime le istituzioni coinvolte per concretizzare questo trasvolare di capolavori: l’Ufficio diocesano per l’arte sacra di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore, l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’Opificio delle Pietre Dure, il Polo Museale fiorentino.