Arte & Mostre

Le campane, oggi: a Pisa il convegno delle cattedrali europee sui campanili

Benotto ha ricordato anche le rime di Giosué Carducci «la campana squilli/ ammonitrice: il campanil risorto/ canti di clivo in clivo/ a la campagna/ Ave Maria». Un tempo «il suono delle campane – ha commentato l’arcivescovo – ispirava poesie. Oggi è motivo di protesta, di reclami, di denunce», tanto da suggerire alla Cei di invitare i vescovi a regolamentare il suono delle campane con un loro decreto. Un intervento che – ha osservato don Luca Franceschini, responsabile per la Toscana e per l’Italia Centrale della sezione Beni Culturali della Cei – supplisce alla mancanza di un normativa di legge, perché fino ad oggi del suono delle campane parlava solo «il Concordato tra Stato e Chiesaù. «Certamente i decibel del suono delle campane superano quelli consentiti dalla legge». Ma, d’altronde, il suono delle campane serve proprio a richiamare in Chiesa la gente lontana. Sono circa 85mila – secondo l’esperto della Cei – le Chiese in Italia. «Non tutte hanno il loro campanile, quasi tutte hanno le campane». «Curioso come nelle nostre città qualcuno protesti per il suono delle campane – ha osservato il Sovrintendente ai monumenti di Pisa e Livorno, Andrea Muzzi – mentre spesso passa sotto silenzio l’inquinamento acustico cui sono sottoposte molte piazze».

«L’Italia è il Paese dei campanili: è una espressione spesso usata, talvolta in maniera un po’ polemica, per fotografare la profonda eterogeneità economica sociale e culturale del nostro Paese. In effetti i campanili sono numerosissimi e diversi tra loro, per stili e per dimensioni: se vogliamo sono lo specchio di un’Italia dai mille volti, ma a mio parere rappresentano soprattutto una ricchezza religiosa, culturale e storica che si tramanda da secoli». Così il presidente dell’Opera della Primaziale pisana (Opa), Pierfrancesco Pacini, ha presentato le giornate di studio delle fabbricerie delle Cattedrali europee dedicate al tema “Campanili e campane”. «Nella cultura occidentale – ha osservato Pacini – al campanile è sempre stata associata la campana, simbolo di cristianità. La campana nella Chiesa, oltre a radunare i fedeli, ha un alto valore simbolico, perché annuncia al popolo di Dio la nascita di una nuova vita e ne segna anche la morte con lenti e profondi rintocchi».Le giornate di studio pisane si propongono di «affrontare il tema della conservazione dei campanili. Lo sviluppo verticale degli edifici, gravemente esposto agli eventi atmosferici, il peso, gravante su terreni non sempre idonei, le numerose sollecitazioni dovute al movimento delle campane – ha commentato ancora il presidente dell’Opera della Primaziale Pisana – sono elementi che, nel tempo, contribuiscono al lento logorio delle campane». E allora: «Come risanare in modo corretto questi importanti monumenti, in seguito a possibili danni e usure?». Di questo si parlerà durante il convegno, attraverso la presentazione di numerosi casi di studio di campanili di cattedrali di tutta Europa.