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MADONNA DEL PARTO, SI TENTA UNA MEDIAZIONE TRA DIOCESI E COMUNE

Ci sarà tempo fino al prossimo 12 febbraio per trovare una soluzione alla vicenda della collocazione della Madonna del Parto, l’affresco di Piero della Francesca sistemato nell’ex scuola elementare di via della Reglia, appena fuori le mura di Monterchi, e visitabile a pagamento. La mediazione è affidata a una commissione mista composta da due rappresentanti della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, due del ministero dei Beni culturali e infine due del comune di Monterchi. È quanto è stato deciso durante l’udienza di martedì scorso presso la sezione civile del Tribunale di Firenze. Qui sono stati convocati rappresentanti della diocesi aretina e del comune di Monterchi dove il capolavoro pierfrancescano è da secoli oggetto di venerazione. La commissione, che sarà costituita nei prossimi giorni, dovrà trovare un’intesa fra le parti. In caso contrario la decisione ultima spetterà al giudice.

Si aggiunge così un nuovo capitolo alla querelle sulla collocazione dell’affresco che Piero dipinse nella cappella del cimitero di Santa Maria a Nomentana – nel territorio di Monterchi – poco dopo la metà del 1400, proprio negli anni in cui il pittore stava lavorando ad Arezzo al grande ciclo della «Vera Croce». Nella chiesetta di Monterchi il dipinto è rimasto fino al ’92 quando fu rimosso per essere sottoposto ad alcune indispensabili operazioni di restauro e di conservazione. Ma a lavori ultimati l’amministrazione comunale non volle saperne di ricollocare la venerata immagine nella sua sede originaria né in un’altra chiesa, rivendicando che fino dal 1785 l’allora vescovo di Arezzo aveva concesso alla comunità locale il diritto di demolire la cappella dove si trovava e quindi, di fatto, anche la proprietà sull’opera; si pensò bene allora di fare dell’edificio scolastico ormai in disuso un’esposizione permanente per la Madonna di Piero con tanto di ticket all’ingresso.

«Ma il punto non è la proprietà – afferma il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Gualtiero Bassetti – perché la Madonna del Parto non è né del sindaco né del vescovo; appartiene all’umanità intera ed è per questo che mezzo mondo ci sta a guardare in questo momento». La questione della proprietà, che ora il tribunale fiorentino è chiamato a dirimere, a parere del vescovo sussiste «solo in funzione della soluzione del problema che più ci sta a cuore ovvero che la Madonna del Parto sia restituita al culto». E in attesa che il tribunale civile si pronunci (fra le parti è stata ascoltata anche l’Avvocatura dello Stato in rappresentanza dei Beni culturali), pur di trovare un accordo che non scontenti nessuno mons. Bassetti propone che la Madonna del Parto «in prima istanza venga collocata nella chiesa parrocchiale di San Simeone, anche perché la chiesa delle Monache fu scartata in precedenza dai funzionari del ministero dei Beni culturali e quella del cimitero deve essere ricostruita. Nel caso si accetti questa sistemazione la Diocesi terrà conto che la gestione è stata affidata al comune di Monterchi e tutto questo sarà oggetto di una convenzione che verrà stipulata non appena l’immagine tornerà al culto. Ma senza questo primo passo – ribadisce il vescovo – ogni trattativa non avrebbe senso. In questa prima fase, comunque, è inutile insistere su altri progetti, che potranno essere presi in considerazione solo successivamente». Insomma la Madonna del Parto deve essere restituita alla devozione popolare: è questo il nocciolo della questione già sottoposta in passato all’attenzione dell’allora ministro per i Beni culturali Giovanna Melandri. «Non è possibile consentire ulteriormente – scriveva il vescovo al ministro nel 2000 – che i devoti della Madonna e particolarmente le madri gestanti debbano incontrare difficoltà per andare a recitare una preghiera, accendere un lume o portare un fiore ad un’Immagine venerata liberamente da secoli».L.P.