Arte & Mostre

MOSTRE: FIRENZE PER LEON BATTISTA ALBERTI, NEL VI CENTENARIO NASCITA GRANDE ESPOSIZIONE A PALAZZO STROZZI

Architetto, letterato, teorico dell’ arte, urbanista, matematico, pittore: artista a tutto tondo, Leon Battista Alberti al quale Firenze dedica una grande esposizione nel sesto centenario della nascita (1404-1472) e annuncia che a primavera partirà il restauro della facciata della basilica di Santa Maria Novella, uno dei suoi capolavori. Saranno 160 le opere albertiane e degli “amici” esposte a Palazzo Strozzi (dall’ 11 marzo al 23 luglio) per dar vita alla mostra “L’uomo del Rinascimento, Leon Battista Alberti e le Arti a Firenze tra ragione e bellezza”, promossa e prodotta dall’Ente Cassa di risparmio di Firenze, che ha lo scopo di avvicinare il grande pubblico ad una figura di spicco del Rinascimento, all’uomo che prima di Leonardo incarnò gli ideali universali dell’Umanesimo. E proprio il confronto con il Genio di Vinci è riecheggiato più volte durante la presentazione. “Su Leonardo c’é tanta attenzione, altrettanta andrebbe dedicata ad Alberti, vista la globalità della sua azione”, ha detto Cristina Acidini, soprintendente dell’Opificio delle Pietre dure e curatrice della mostra assieme a Gabriele Morolli, ordinario di Storia dell’architettura all’ateneo di Firenze. Il concetto della Acidini è stato ripreso da un discendente del maestro, Francesco Alberti Lamarmora, augurandosi che la mostra fiorentina possa dare all’antenato la giusta visibilità rispetto a Leonardo.

Saranno esposte anche tante opere di artisti su cui Leon Battista Alberti ha esercitato l’ascendente delle sue teorie: Donatello, Ghiberti, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Fra Carnevale, Andrea Sansovino e tanti altri. In totale sono 34 dipinti, 22 disegni, 30 sculture o rilievi, 4 elementi architettonici, 11 gessi, 21 manufatti di arti minori (tessuti, modellini, oreficerie, etc.), 6 medaglie, 20 manoscritti di cui alcuni miniati, 5 lettere, 13 volumi a stampa. Tra i pezzi più pregiati e famosi alcuni straordinari Donatello: la Madonna con Bambino (Piot) eccezionalmente prestata dal Louvre, il Banchetto di Erode dal Musée des Beaux Arts di Lille, la Madonna col Bambino e Angeli del Victoria and Albert Museum, la Calunnia di Botticelli dagli Uffizi, l’Armadio degli Argenti di Beato Angelico dal Museo di San Marco, La città ideale da Urbino.

Un apporto alla mostra è dato da un gruppo di documenti inediti provenienti dagli archivi familiari molti dei quali consentono di ricostruire il sofferto rapporto che Alberti ebbe con la famiglia, alla quale era attaccatissimo, purtroppo non ricambiato a causa della sua nascita, legittimata dal padre Lorenzo ma mai accettata come tale dai parenti.

In particolare fa la sua comparsa per la prima volta un albero genealogico, appena scoperto, con 144 nomi di antenati, scritto su pergamena di suo pugno. La mostra è un viaggio, con Alberti come guida, alla scoperta di una Firenze rinascimentale da rileggere e da reinterpretare: e non solo nel segno del tanto più noto Brunelleschi, ma anche alla luce della presenza di Alberti, che ha lasciato opere di parole e di pietre.

Il percorso espositivo é diviso in sette sezioni: la vita, gli anni fiorentini, la committenza Rucellai, la città di Alberti, il trattato di architettura, la città ideale, la scienza. Il progetto è stato presentato da Edoardo Speranza, presidente dell’Ente Cassa di Risparmio, che ha stanziato 1,8 milioni di euro su 2,5 di costo della mostra, e dal sindaco Leonardo Domenici. “Non si tratta solo di un evento fine a se stesso, ma fa parte – ha detto il sindaco – di una più vasta operazione culturale che Firenze sta portando avanti. E’ interessante avere gli impressionisti, gli espressionisti, i moderni; ma noi vogliamo anche che gli avvenimenti culturali si riferiscano alla storia, all’identità, alla vocazione di questa città. E quale figura migliore dell’Alberti, per capire come la modernità affondi le sue radici nel nostro Rinascimento”. Hanno partecipato all’ incontro anche Giorgio Bonsanti, presidente di Firenze Mostre che cura realizzazione e organizzazione dell’esposizione con l’apporto della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino. (ANSA).