Arte & Mostre

Madonna del Parto: dopo la sentenza del TAR si torna a parlare della sua collocazione

Sei anni fa era stato siglato un accordo tra la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e il Comune di Monterchi, per sistemare il capolavoro nella chiesa di San Benedetto a Monterchi, la cui proprietà sarebbe passata all’amministrazione comunale. Era stata anche definita una proposta di restauro del complesso monumentale del monastero annesso alla chiesa di San Benedetto che avrebbe dovuto avere una funzione museale e di accoglienza con una foresteria e spazi per attività culturali. L’accordo però era rimasto lettera morta, perché dal Ministero dei beni culturali non era arrivato il necessario «placet». Ora, con la lentezza della giustizia civile italiana, arriva dopo 11 anni un pronunciamento del Tar della Toscana che dà ragione al Comune di Monterchi nel contenzioso con il Ministero dei Beni culturali che il 24 ottobre 2003,  aveva deciso di ricollocare l’opera nel complesso di Santa Maria di Momentana, oggi nel cimitero comunale, chiedendo alla Soprintendenza di Arezzo di predisporre un progetto esecutivo.

In un comunicato l’Amministrazione Comunale di Monterchi esprime «grande soddisfazione per il risultato della sentenza che accoglie le posizione del Comune. Molte sono le motivazioni che hanno portato alla pronuncia del TAR, – prosegue la nota del Comune – tra le quali la più rilevante è quella relativa al vincolo di rispetto cimiteriale, che impedirebbe di realizzare nuove opere nel complesso di Santa Maria di Momentana. Si evince pertanto che a tutt’oggi la ricollocazione dell’opera nella Cappella del Cimitero non è più possibile».

«L’Amministrazione Comunale di Monterchi, dopo la sentenza del TAR, che di fatto viene a confermare che nessuna delle parti in causa può unilateralmente decidere in merito alla collocazione dell’affresco della Madonna del Parto, auspica l’apertura di una nuova stagione caratterizzata dal dialogo che porti a soluzioni progettuali di altissimo livello, che mettano al centro la massima valorizzazione dell’opera, tenendo conto dell’attuale contesto ambientale e dell’accordo intervenuto tra il Comune di Monterchi e la Diocesi di Arezzo».