Arte & Mostre

Piandiscò, lunedì 7 riapre la pieve di Santa Maria dopo cinque mesi di restauri

«La Pieve, uno dei simboli del nuovo comune unico – spiega il sindaco di Castelfranco-Piandiscò, Enzo Cacioli -è il monumento che da secoli identifica ovunque il paese di Piandiscò: nei libri di storia, di architettura, nei depliants paesaggistici e turistici, nell’immaginario personale e collettivo della popolazione e dell’intero territorio valdarnese e toscano. Sono trascorsi esattamente 46 anni dall’ultimo restauro diretto da Guido Morozzi nel lontano 1969 con il quale la Pieve subì un intervento drastico: fu spogliata delle vestigia che i secoli di storia avevano lasciato su di essa tornando al semplice splendore dell’arte romanica. Adesso, dopo un sapiente restauro conservativo ed un necessario intervento di consolidamento delle strutture, si rinnoveranno forti emozioni di fronte alla rinnovata elegante semplicità architettonica».

Il Sindaco ringrazia quanti hanno collaborato a vario titolo a quest’opera di restauro, dal vescovo di Fiesole, mons. Mario Meini, «che ha reso possibile l’opera assicurandone l’onere economico, al Vescovo emerito mons. Luciano Giovannetti, all’Ufficio Amministrativo della Diocesi, alle Belle Arti e Paesaggio di Arezzo, alle imprese che hanno eseguito i lavori, ai tecnici e agli operai. Un ringraziamento particolare va a don Fabiano che, fin dal suo arrivo a Piandiscò, ha sostenuto il peso di questa condizione con la preziosa collaborazione dei Consigli Parrocchiali. Questo sentimento di gratitudine – prosegue Enzo Cacioli – si estende a tutti i  piandiscoesi con rinnovata consapevolezza che la nostra è una storia intrisa di lavoro e di semplicità. Senza questo binomio non sarebbe  immaginabile  Piandiscò, con il suo  fosso macinante e una chiesa così bella!».

Come spiegano gli architetti Marco Novedrati e Claudio Calcinai, «gli interventi di restauro sono stati eseguiti per porre rimedio al cattivo stato di conservazione del complesso architettonico e di alcune emergenze statiche presenti sul campanile e sulla coperture della chiesa, oltre che dalle condizioni di obsolescenza e di inadeguatezza tecnica dei vari impianti. La situazione più critica è stata riscontrata sul campanile: su di esso si è intervenuti aumentando la sezione resistente alla base dello stesso mediante la chiusura di alcune aperture e attraverso la formazione di sottili pareti armate. Sono inoltre state rigenerate le catene e le cerchiature in ferro esistenti e sono stati inseriti nuovi tiranti in acciaio a livello dei vari solai. L’intervento sul campanile è stato completato con un’opera di restauro del paramento murario esterno. I solai intermedi, in struttura lignea ormai fatiscenti, sono stati sostituiti con dei nuovi solai aventi le stesse caratteristiche geometriche e costruttive. Il solaio della cella campanaria, del tipo a volta, è stato consolidato con la realizzazione di un massetto armato alleggerito. E’ stato inoltre modificato il meccanismo di rotazione delle campane così da diminuire le oscillazioni del campanile».

«Per quanto riguarda la copertura della chiesa – proseguono i due architetti – , si è proceduto allo smontaggio del manto di copertura, alla sostituzione delle parti di tavolato ammalorate, ad interventi di consolidamento sugli appoggi delle capriate, alla messa in opera di un ulteriore tavolato ligneo sovrapposto a quello esistente con sovrastante guaina impermeabilizzante e successivo rimontaggio del manto di copertura. E’ stato effettuato altresì un accurato restauro di porzione del materiale lapideo delle facciate, interessato da diffusi fenomeni di esfoliazione, frantumazione e sfarinamento delle superfici. Sono stati inoltre realizzati il sistema anticaduta sulla copertura, il rifacimento completo dell’impianto elettrico e per la protezione delle scariche atmosferiche, il nuovo impianto di movimentazione delle campane, il sistema di allontanamento volatili dal campanile, l’impianto interno di rilevazione incendi e il nuovo impianto di riscaldamento. Ulteriori lavori di finitura hanno riguardato la realizzazione di pavimenti in cotto in taluni spazi accessori, la riscoperta e il recupero di antichi pavimenti, la verniciatura dei soffitti lignei delle navate, la tinteggiatura delle parti ad intonaco, la pulitura ed delle superfici lapidee a vista, il restauro degli infissi e parti lignee oltre al lavaggio e trattamento finale del pavimento in cotto».