Arte & Mostre

Pisa, restaurate 18 opere della chiesa di San Frediano

Saranno presenti: l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il soprintendente Andrea Muzzi e un rappresentante della Fondazione Pisa, che ha finanziato il restauro. E poi i restauratori delle ditte di restauro Giannitrapani, Lo Studiolo, Anna Triani, Nadia Presenti, Elisa Todisco, Enrico Rossi, Stefania Franceschini e Maria Teresa Leotta. E le curatrici dell’agile pubblicazione «La chiesa di San Frediano. Pittura e scultura dal XVII secolo ai restauri del 2015» (nata in collaborazione tra l’ufficio diocesano dei beni culturali ecclesiastici e la Soprintendenza di Pisa) che sarà distribuita in questa occasione.

Per la prima volta dopo i restauri sarà possibile ammirare le opere «recuperate» esposte in chiesa. Partendo dalla navata sinistra, nella prima cappella dedicata alla Santa Croce, eretta nel 1607, ai lati della croce dipinta del XII sono collocati due tele, opera del pittore senese Ventura Salimbeni (1568-1613), autore anche degli affreschi della volta. Il primo raffigura l’Invenzione della Croce , secondo  la leggenda del ritrovamento della croce la regina Elena si era recata a Gerusalemme dietro richiesta del figlio, l’imperatore Costantino, e là aveva trovato sul Golgota la croce di Cristo. La vera croce fu individuata fra le tre dissepolte grazie alla sua virtù di resuscitare i morti. Il secondo dipinto rappresenta  L’imperatore Eraclio porta la croce, in base alla leggenda dell’esaltazione della croce, nel 614 il re persiano Cosroe II aveva trafugato da Gerusalemme la reliquia della croce, ma l’imperatore Eraclio l’aveva recuperata a Ctesifonte e riconsegnata nel 628. Entrambi gli episodi fanno parte della Leggenda della Vera Croce, tramandata dalla Legenda Aurea, del domenicano Iacopo da Varazze (1228 circa – 1298). Il pittore senese Ventura Salimbeni è autore anche di due tele poste nella terza cappella della navata sinistra, raffiguranti l’Annunciazione e l’Adorazione dei pastori.

Sulla parete sinistra sono collocate due tele realizzate dal pittore pisano Ranieri Borghetti (attivo dal 1609 al 1642), raffiguranti i Santi Paolo e Bartolomeo, e San Paolo in gloria. Il primo proviene dalla cappella posta a destra del presbiterio, il secondo, raffigura il santo, con una evidente derivazione dal dipinto eseguito nel 1543 da Gaudenzio Ferrari (1476 circa-1546), per la cappella di Paolo da Cannobio, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Nella cappella a destra del presbiterio dedicata a Santa Brigida, sono collocate tre tele realizzate dal pittore bolognese Alessandro Tiarini (1577-1668), all’altare centrale è posto il dipinto raffigurante Santa Brigida in preghiera tentata dal demonio. Alle pareti laterali della cappella sono collocati due dipinti raffiguranti Santa Brigida accoglie una novizia  e Miracolo alla tomba di Santa Brigida. I dipinti sono stati assegnati alla produzione giovanile dell’artista e risentono fortemente dell’influenza di Domenico Cresti (1559-1638), detto il Passignano.

Proseguendo il percorso, sul lato destro è collocata la tela firmata dal pittore genovese Clemente Bocciardi, detto il Clementone, attivo a Pisa con una fiorente bottega dal 1639 al 1658, raffigurante San Carlo Borromeo in adorazione della Vergine. Il dipinto in origine era collocato nella terza cappella della navata sinistra. Nella seconda cappella del lato destro, è collocata una scultura lignea del XVIII secolo, raffigurante la Madonna, rinvenuta durante la campagna di inventariazione realizzata dall’Ufficio diocesano per i beni culturali.

Il percorso si conclude sul lato destro col grandioso dipinto dell’Adorazione dei Magi di Aurelio Lomi (1556-1624), in origine collocato all’altare della I cappella, il dipinto fu realizzato nel 1604 mentre l’artista si trovava a Genova e stava preparando il ritorno a Pisa, per essere donata ai padri Barnabiti, a cui era affidato il convento di san Frediano.

La campagna fotografica è stata curata da Gronchi Fotoarte.