Cultura & Società

A San Marcello incontro con il Cardinale che ha fatto piangere il Papa

«Nel lungo tempo della tirannide non sapevi mai se svegliarsi la mattina era una benedizione del cielo o una nuova infinita condanna». Così si esprime in merito alla sua detenzione nelle prigioni albanesi il cardinale Ernest Simoni che venerdì 25 maggio (dalle 9:30) si incontrerà con alcune classi, terze e seconde, della scuola media di San Marcello e Cutigliano. L’iniziativa è organizzata dal docente di religione, Andrea Lottini.

90 anni il prossimo 18 ottobre, Simoni è ultimo sacerdote testimone della persecuzione di Enver Hoxha, il dittatore comunista che aveva proclamato l’Albania «primo Stato ateo al mondo», contro cristiani e musulmani. Considerato, insieme agli oppositori politici e ai letterati, «nemico del popolo», il sacerdote Simoni era stato arrestato dalla polizia segreta la notte del Natale 1963 per aver celebrato una Messa in ricordo del presidente Kennedy, assassinato pochi giorni prima. Per questo fu condannato a morte. La pena fu poi modificata nei lavori forzati che scontò prima nelle miniere di Spac, a nord di Tirana, poi nelle fogne di Scutari.

Nonostante la pena, don Ernest Simoni, con grande forza di volontà e per questo importante esempio di resistenza morale, non rinunciò mai a celebrare Messa sfruttando ciò che aveva a disposizione in carcere: cuoceva l’ostia con un fornellino da campo e usava, come vino, il succo di pochi chicchi di uva che riusciva a farsi portare di nascosto.

Liberato dopo il crollo del regime nel 1990, don Simoni è stato creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 19 novembre 2016. Nell’ascoltare, in Albania, il suo calvario, papa Francesco si commosse e pianse. Oggi il card. Simoni segue le comunità albanesi toscane e americane.

L’incontro con il cardinale – spiega Andrea Lottini – «consentirà ai ragazzi di conoscere una persona che per non tradire i suoi ideali, i suoi valori, la sua fede molto ha sofferto e molto può ancora raccontare. Il suo coraggio potrà essere di aiuto anche per non dimenticare una pagina di storia che, seppure recente e riguardante un Paese molto vicino (l’Albania: il Paese di fronte), rischia di non essere conosciuta a sufficienza e di cadere nell’oblio. L’incontro rilancia anche un evidente significato civile: la capacità di resistere, pagando di persona, contro chi pretenderebbe di annullare la dignità della persona».