Cultura & Società

ARTE, MORTO A FIRENZE UMBERTO BALDINI: HA ‘FIRMATO’ IL RESTAURO MODERNO

Umberto Baldini, morto oggi all’età di 85 anni, è stato tra gli artefici del restauro moderno, ha plasmato e creato l’Opificio delle pietre dure nella sua conformazione attuale di istituto di eccellenza a livello mondiale ed è stato l’indiscusso protagonista del recupero del patrimonio artistico danneggiato dall’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966.

Laureatosi in storia dell’arte col professor Mario Salmi, Baldini entra in servizio come ispettore della soprintendenza di Firenze e nel 1949 diventa direttore del Gabinetto di restauro che allora aveva sede alla Vecchia posta (oggi Sala delle Reali Poste) nel loggiato degli Uffizi. E’ in questa veste che gestisce con singolare capacità l’emergenza seguita all’alluvione del 1966 che danneggia in maniera massiccia tanti capolavori dell’arte fiorentina. Uno per tutti il Cristo di Cimabue, conservato nella basilica di Santa Croce e diventato icona mondiale di quell’avvenimento. Il risultato di questi interventi è al centro della grande mostra del 1972 ‘Firenze restaura’ che consacra sulla ribalta mondiale le tecniche e le metodologie della cosiddetta ‘scuola fiorentina’.

Nel 1970 Baldini viene nominato direttore dell’antico Opificio delle pietre dure che allora si occupava unicamente di questo settore e, dopo che Giovanni Spadolini crea il ministero per i Beni culturali, riesce a dare un nuovo assetto alla prestigiosa istituzione, annettendovi anche il laboratorio di restauro della soprintendenza che lo stesso Baldini fa trasferire nell’attuale sede della Fortezza da Basso.

L’Opificio di oggi è ancora, nella struttura e composizione, quello pensato dal professore che intese collocare ciascun restauro sullo stesso ‘piano di metodologia’, conferendo pari dignità a tutti i diversi materiali che l’Opificio si trovava a trattare. Emblematica dei risultati raggiunti, allora all’avanguardia nel mondo, la mostra del 1982 ‘Metodo e scienza’, che schiera tra le ‘star’ tornate all’antico splendore la ‘Primavera’ di Botticelli.

Nel 1983 Baldini viene chiamatosi a dirigere l’Istituto centrale per il restauro di Roma e, in questa veste, cura l’imponente recupero della Cappella Brancacci nella basilica del Carmine a Firenze. Andato in pensione nel 1987, Baldini non smette di occuparsi di arte e di restauro, ricoprendo numerosi incarichi e continuando a scrivere saggi e pubblicazioni sulla materia che costituiscono dei capisaldi per le nuove generazioni. Viene infatti nominato presidente dell’Università internazionale dell’arte, con sede a Firenze, e direttore del Museo Horne. Opera anche all’interno del Consiglio nazionale delle ricerche, impegnandosi nell’applicazione di metodi scientifici nei beni culturali. (ANSA).