Cultura & Società

ARTE, PIERO DELLA FRANCESCA STUDIÒ ARCHIMEDE; TROVATO AUTOGRAFO ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI FIRENZE

Un manoscritto in latino corredato da 200 disegni dimostra che Piero della Francesca (1414-1492) non fu solo uno dei più importanti maestri di pittura del Rinascimento, ma anche un intellettuale versatile capace di estendere i suoi interessi alle opere matematiche di Archimede di cui, all’epoca, circolavano rarissime copie. La scoperta è stata fatta grazie al ritrovamento di un manoscritto autografo del pittore toscano, un volume conservato fin dal ‘600 nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, ma per il quale finora non era mai stata fatta questa attribuzione. Si tratta di un ‘libro di studiò scritto con la grafia fitta e veloce dei copisti del ‘400, e arricchito da 200 figure geometriche tracciate sui margini delle pagine. A dire per la prima volta che quel volume era di Piero della Francesca è stato uno studioso americano, il professor James Banker, storico della North Caroline University, che si è imbattuto nel libro durante ricerche ed approfondimenti personali sulla figura del maestro toscano.

«Leonardo da Vinci – ha detto Banker incontrando la stampa – scrive in una lettera di essere a conoscenza di un manoscritto su Archimede presente a Sansepolcro, città di Piero. Inoltre risulta che a Parigi, a Firenze e nel Vaticano c’erano tre copie delle opere di Archimede commissionate da Francesco del Borgo, anche lui di Sansepolcro come Piero. Allora, partendo da qui, ho pensato: forse Piero conosceva quel manoscritto ed il suo committente e l’ho cercato a Firenze».

Da un esame delle pagine, Banker ha riconosciuto la mano di Piero nel tratto preciso nelle figure e segni distintivi della sua calligrafia. Decisivo, poi, è stato il confronto con il “Libro d’ abaco”, un manoscritto che gli studiosi, quasi univocamente, ritengono essere autografo di Piero della Francesca e che è conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.

«La scoperta – hanno osservato Giovanna Lazzi, direttrice della Biblioteca Riccardiana di Firenze, e lo stesso Banker – evidenzia un aspetto di Piero della Francesca studioso, e non solo pittore. Inoltre con lo studio delle opere di Archimede si vede la volontà dell’artista di individuare i legami con la classicità». Il manoscritto, che non è databile pur appartenendo al ‘400, è stato microfilmato per motivi di conservazione.

Tra 15 giorni sarà consultabile in versione integrale al sito Internet www.riccardiana.librari.beniculturali.it. I fiorentini Riccardi lo acquisirono nel ‘600 per la loro collezione libraria. Questa circostanza, si ritiene da parte di altri studiosi, ha impedito per lungo tempo di rintracciare il volume e di studiarlo poiché si riteneva improbabile che un testo del ‘400 potesse trovarsi in un fondo costituito due secoli dopo. (ANSA).