Cultura & Società

Al via bando direttori musei, Franceschini: occasione della vita

Si tratta di venti strutture (sette con un livello dirigenziale generale di primo livello e 13 con un livello dirigenziale non generale di secondo livello) con un’autonomia speciale definiti con il «decreto musei» firmato il 23 dicembre, «scorporati» dalle Soprintendenze e inseriti nella rete di 17 poli museali regionali: Galleria Borghese (Roma), Gallerie degli Uffizi (Firenze), Galleria dell’Accademia (Firenze), Galleria Estense (Modena), Galleria Nazionale delle Marche (Urbino), Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), Gallerie dell’Accademia (Venezia), Gallerie Nazionali d’arte antica (Roma), Museo Archeologico Nazionale (Napoli), Museo Archeologico Nazionale (Reggio Calabria), Museo Archeologico Nazionale (Taranto), Museo Nazionale del Bargello (Firenze), Museo di Capodimonte (Napoli), Palazzo Ducale (Mantova), Palazzo Reale (Genova), Parco archeologico di Paestum (Paestum), Pinacoteca di Brera (Milano), Polo Reale (Torino), Reggia di Caserta (Caserta).

Per accedere alla selezione è richiesta una laurea specialistica o magistrale e una «particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali», in Italia o all’estero. La scadenza per la presentazione delle domande è il 15 febbraio.

Per la selezione il ministero si avvarrà di una commissione di 5 esperti «di chiara fama nel settore del patrimonio culturale» e l’intera procedura si concluderà entro il 15 maggio. A partire dal 1 giugno 2015 i 20 musei avranno i nuovi direttori.

«Il bando sarà pubblicato nell’edizione di domani dell’Economist e stiamo lavorando per altre inserzioni in questi giorni sulla stampa italiana e internazionale. Ci aspettiamo una risposta importante: se uno storico dell’arte, un architetto o un archeologo trova su un bando internazionale che può partecipare alla direzione di questi musei oltre a restare a bocca aperta parteciperà e penserà che non è mai capitato nel sistema museale del mondo di avere un’opportunità di questo tipo: è un’occasione che capita una volta nella vita. I ritardi a volte vengono colmati da grandi accelerazioni: sono convinto che un’offerta di questo tipo è una prova di grande apertura e una grande sfida per il nostro Paese. Spero anche che tornino italiani che sono andati a fare esperienza all’estero, dove il curriculum contava», ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini presentando il bando alla Stampa estera.

«Il bando – ha proseguito Franceschini – è davvero una novità importante per l’Italia e ci consente di fare un triplo salto: passiamo da grandi musei diretti da funzionari alle dipendenze gerarchiche di un soprintendente, senza un’autonomia contabile, amministrativa e gestionale a un’autonomia contabile e gestionale e a una procedura di selezione che offre ai concorrenti per i primi sette musei dal punto di vista retributivo il ruolo di dirigente di prima fascia, il massimo nella pubblica amministrazione italiana».

«Si è parlato di “manager dei musei” come se la parola manager fosse il diavolo – ha continuato il ministro – ma nessuno ha pensato che vada a guidare un grande museo italiano un manager che non ha mai visto un museo e che si è occupato nella sua vita di Coca-Cola o di frigoriferi. Parliamo di persone che hanno titoli di studio del settore e che hanno per il proprio percorso formativo o professionale acquisito una competenza nella guida e nella gestione di un museo. Quindi bisogna avere anche esperienze gestionali di altri musei, documentate, e anche una serie di conoscenze del patrimonio del museo che vanno a dirigere».

«Mi aspetto che la nuova gestione dei musei, con direttore e consiglio di amministrazione e l’avere un bilancio di cui sono responsabili li incentiverà sia sul fronte del bilancio che del fund raising. I direttori avranno gli stessi poteri di un direttore di un museo straniero: avranno autonomia fiscale e amministrativa e gestiranno direttamente le loro entrate. I componenti del cda saranno anche loro selezionati tramite titoli: non sarà un luogo di “riciclati”. I musei avranno potere sui prestiti delle loro opere. Al momento hanno un vantaggio, che a me non piace ma che è l’attuale ordinamento: il personale resta personale del Ministero, è contato nel bilancio ma dipende dal Ministero. Penso che l’autonomia di un museo sia anche la gestione diretta del personale, che comporterà una coraggiosa rivisitazione. Ma facciamo un passo alla volta».

Nel frattempo in questi giorni partono anche le procedure di interpello sulle direzioni generali (interne al Ministero) per selezionare i dirigenti di prima o seconda fascia e gli interpelli per i soprintendenti, i direttori dei poli museali regionali, i soprintendenti archivistici «in un principio di fondo di rotazione, che è utile come anche in un’azienda. Entro un mese avremo tutti i nuovi incarichi», ha concluso il ministro.