Cultura & Società

Arezzo, al Festival nazionale di teatro spontaneo un classico di De Filippo

«…Ed allora, per un bisogno istintivo di liberazione, vivono urtandosi, ferendosi a sangue, giungendo fino all’odio, ma si adorano, perché il nostro sole ingigantisce anche le loro puerilità. Essi stessi non sanno quanto si adorano!» Questo scrisse Eduardo a proposito della famiglia Cupiello. La Compagnia ‘Teatro dei Dioscur’i, per festeggiare i suoi 30 anni di attività, si avventura nella messinscena di uno dei testi sacri della drammaturgia napoletana, partendo proprio da questa frase di Eduardo, pregna di significati autobiografici, come del resto quasi tutti i suoi testi.

Nel rispetto della tradizione di Eduardo, il lavoro di ricerca di Teatro dei Dioscuri, con un inevitabile tradimento, propone una rilettura atemporale ed universale di «Natale in casa Cupiello» e quindi una messinscena diversa da quella classica nel tentativo di dare nuovo vigore al testo stesso, pur mantenendone il fascino. Proprio i rapporti familiari autobiografici, spinti fino all’odio, ma recuperati e profondamente sentiti nei momenti cruciali, filtrati alla luce dell’atmosfera natalizia (il presepe, la lettera di Natale) e del potere taumaturgico del cibo (il capitone, il pranzo della vigilia, il caffé, il brodo caldo), diventano la sostanza di questa messinscena. Nei due triangoli (quello statico della comicità: Luca, Nennillo, Pasqualino; quello dinamico del dramma: Ninuccia, Nicolino, Vittorio) si dipanano le vicende della famiglia Cupiello. Concetta, perno principale dell’intera vicenda, esterna ed allo stesso tempo coinvolta nella stessa, tenta di dirimere, risolvere, rappacificare, riequilibrare i rapporti all’interno della famiglia, in questo contrastata dal marito Luca, inconsapevole antagonista, eterno bambino, che ha sempre visto il mondo come un giocattolo. E proprio il Natale con i suoi simboli diventa lo sfondo del ring su sui si giocano i rapporti di amore ed odio, di unione e separazione che caratterizzano una famiglia, nel caso specifico, ma anche l’intera famiglia umana.

La regia, attraverso le luci, le musiche, i costumi, la scenografia, i flash-back immerge la vicenda in un’atmosfera onirica che fa intravedere ben altro dietro la famosa frase di Luca: «Te piace ‘o presebbio?»

L’Associazione d’Arte Cultura e Spettacolo «TEATRO DEI DIOSCURI» nasce nel 1999, per proseguire e rinnovare l’attività già svolta dal 1989 dalla Coop. «Amici del Teatro» e per acquisire una nuova immagine sul territorio e nel panorama culturale e teatrale nazionale ed internazionale.Dopo un periodo di impegno nel teatro dialettale (Eduardo e Peppino De Filippo, E. e V. Scarpetta, A. e P. Petito, N. Muro) è approdata al teatro in lingua, sia classico che contemporaneo, sia italiano che straniero (Cechov, Pirandello, Terron, Fayad, Fo, Silvestri, Camerini, Pasculli, Graham, Chapman, Pertwee). «TEATRO DEI DIOSCURI» intende, negli anni, allargare sempre più la propria produzione ai diversi generi teatrali, dal comico al drammatico, dall’italiano al dialettale, dal classico al contemporaneo, dal teatro ragazzi alla commedia musicale.