Cultura & Società

Bambini e ragazzi in Italia. Garante infanzia: «Non lasciamoli soli»

«Non lasciamo soli i nove milioni e 800mila minorenni che vivono in Italia». Questo l’appello rivolto alla responsabilità degli adulti – genitori, comunità e istituzioni – dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, in occasione della presentazione della Relazione al Parlamento sull’attività dell’Agia nel 2018 oggi, mercoledì 19 giugno, nella Sala della Regina, a Montecitorio, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo i saluti del presidente della Camera, Roberto Fico, la garante ha illustrato i sette «cantieri aperti» per l’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia sui quali richiamare l’attenzione come ambiti prioritari di intervento per le istituzioni e il mondo degli adulti in generale a tutela di bambini e ragazzi che vivono nel nostro Paese.

Riguardano i rapporti familiari, la violenza sull’infanzia, l’inclusione, il rapporto dei minorenni con la giustizia, le dipendenze e la salute, l’educazione e l’Autorità garante, che chiede maggiore autonomia e indipendenza.

Ruolo di guida. «La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza  – ricorda Albano – ha trasformato bambini e ragazzi da oggetto di protezione a soggetti titolari di diritti, ponendo le basi per un cambiamento nella relazione tra generazioni», ma resta essenziale «il ruolo di guida nei confronti dei più piccoli da parte di genitori, comunità e istituzioni». Infatti, l’aver assegnato dei diritti a bambini e ragazzi non li ha resi «automaticamente capaci di orientarsi da soli nel mondo».

«Responsabilità» è la parola chiave della Relazione della garante. Responsabilità che sorgono, ad esempio, quando la coppia va in crisi. Per questi casi l’Autorità garante ha elaborato la «Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori», che invita a tener conto del punto di vista dei più piccoli. Oppure responsabilità che entrano in gioco, sempre per gli adulti, quando lasciano i ragazzi avventurarsi da soli nella rete senza un’adeguata consapevolezza.

Non mancano le responsabilità delle istituzioni. Quasi un minorenne su otto secondo l’Istat vive oggi in condizioni di povertà assoluta, l’offerta di servizi per l’infanzia tra regione e regione è disomogenea e ha bisogno di standard minimi uguali in tutto il territorio.

«Servono più asili nido e più mense scolastiche di qualità e spazi gioco accessibili a tutti i bambini e una banca dati sulla disabilità», la richiesta di Albano a Parlamento e istituzioni competenti attraverso la definizione di livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione.

Sempre alle istituzioni l’Autorità garante domanda di rendere effettiva l’applicazione della legge sugli orfani di crimini domestici e di intervenire prima che le tragedie si consumino: «La violenza nei confronti dei bambini è prova che il sistema di protezione non ha funzionato. Sono troppi i casi, registrati anche negli ultimi giorni, di bambini maltrattati e uccisi da chi li avrebbe dovuti proteggere». È indispensabile «intercettare situazioni di fragilità, dare supporto alla genitorialità e far emergere il sommerso»: il che significa, per i più piccoli, sapere di potersi sempre rivolgere a una persona di cui si fidano e, per gli adulti, farsi «sentinelle» del loro benessere. Ma significa anche rispondere all’esigenza di una raccolta dati costante e aggiornata sul fenomeno dei maltrattamenti e delle violenze.

Genitori in carcere. Ci sono poi, denuncia l’Autorità garante, «bambini e ragazzi per i quali la condanna di un genitore rischia di divenire la propria: a loro va garantito il diritto a mantenere relazioni affettive e educative. Ma anche bimbi che non dovrebbero crescere in carcere: ad aprile ce n’erano ancora 55 negli istituti detentivi».

C’è anche la richiesta di un impegno alle istituzioni per recuperare i ragazzi alla legalità e al rispetto delle regole: «La mediazione penale può essere una risposta per accompagnare i minorenni autori di reato verso la consapevolezza delle azioni compiute e il riconoscimento della sofferenza delle vittime». «Ciò vale anche per i ragazzi più piccoli, che non hanno ancora compiuto 14 anni», precisa Albano. Per i minorenni stranieri che arrivano soli nel nostro Paese, infine, l’Autorità ricorda «il principio di non respingimento, il divieto di espulsione e il diritto a un’adeguata accoglienza». In questo i tutori volontari rappresentano «una possibilità di integrazione e di argine verso rischi di marginalità sociale».

Qualche numero delle attività svolte nel 2018: circa 7.000 bambini e ragazzi coinvolti, attraverso la partecipazione a progetti promossi dall’Autorità garante in circa 60 scuole di ogni ordine e grado, in tutto il territorio nazionale; circa 80 ragazzi in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni del ministero della Giustizia (a Torino, Milano, Venezia, Perugia, Roma, Napoli, Reggio Calabria e Trapani) coinvolti in attività di ascolto istituzionale; 8 incontri con i servizi minorili dell’Amministrazione della Giustizia e con i Tribunali per i minorenni e le rispettive procure della Repubblica (distretti di Torino, Milano, Venezia, Perugia, Roma, Napoli, Reggio Calabria e Trapani); 7 strutture di prima e seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati visitate, per un totale di 69 minori coinvolti in 32 sessioni partecipative; 11 pubblicazioni realizzate o diffuse, 50.000 copie distribuite del volume «Geronimo Stilton e la Costituzione italiana raccontata ai ragazzi», 4.000 copie distribuite della «Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori».