Cultura & Società

Benedetto XVI: «Valorizzare di più la via della bellezza»

«Arte e fede: un binomio che accompagna la Chiesa e la Santa Sede da duemila anni, un binomio che anche oggi dobbiamo valorizzare maggiormente nell’impegno di portare agli uomini e alle donne del nostro tempo l’annuncio del Vangelo, del Dio che è Bellezza e Amore infinito». A soffermarsi sul legame tra arte e nuova evangelizzazione è stato questa sera il Papa, al termine della proiezione del film del documentario «Arte e Ede», in Aula Paolo VI. «Il linguaggio dell’arte è un linguaggio parabolico, dotato di una speciale apertura universale», ha detto Benedetto XVI, secondo il quale la «via Pulchritudinis» (via della bellezza) è «una via capace di guidare la mente e il cuore verso l’Eterno, di elevarli fino alle altezze di Dio». Definendo il film «un contributo specifico e qualificato dei Musei Vaticani all’Anno della fede», il Papa ha affermato che il patrimonio artistico della Città del Vaticano «costituisce una sorta di grande parabola mediante la quale il Papa parla a uomini e donne di ogni parte del mondo, e quindi di molteplici appartenenze culturali e religiose, persone che magari non leggeranno mai un suo discorso o una sua omelia». Per molte persone, infatti, la visita ai Musei Vaticani «rappresenta, nel loro viaggio a Roma, il contatto maggiore, a volte unico, con la Santa Sede» ed è perciò «un’occasione privilegiata per conoscere il messaggio cristiano».

«Ho molto apprezzato – ha sottolineato il Papa nel suo discorso – il fatto che nel film si faccia ripetutamente riferimento all’impegno dei Pontefici Romani per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico; e anche, nell’epoca contemporanea, per un rinnovato dialogo della Chiesa con gli artisti». «La Collezione di Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani è la dimostrazione vivente della fecondità di questo dialogo», le parole del Pontefice: «Ma non solo essa. Tutto il grande organismo dei Musei Vaticani possiede anche questa dimensione che potremmo chiamare evangelizzante. E ciò che appare, vale a dire le opere esposte, presuppone tutto un lavoro che non appare, ma che è indispensabile, per la loro migliore conservazione e fruizione». Benedetto XVI ha inoltre reso omaggio, in particolare, «alla grande sensibilità per il dialogo tra arte e fede del mio amato Predecessore il Beato Giovanni Paolo II: il ruolo che la Polonia occupa in questa produzione attesta i suoi meriti in questo campo», ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione polacca presente.