Cultura & Società

Brocchi, un popolo e il suo erudito

di Rossella TarchiIl Libro di memorie di Santa Maria a Olmi, non diversamente da quelli di altre chiese, riveste un’importanza storica non secondaria, consegnandoci le memorie di un «popolo», che altrimenti non avrebbe saputo lasciare traccia dei suoi «ricordi». In questo «libro di cronache», finalmente messo a disposizione di tutti grazie la trascrizione di Nicoletta Martiri Lapi, il priore riportava – spesso con meticolosa precisione e dovizia di particolari – gli eventi più importanti sotto il profilo religioso accaduti nei confini della sua parrocchia. Vi si trovano memorie di cerimonie, di tradizioni, di devozioni popolari, dalla partecipazione a processioni e a riti che si ripetevano non per abitudine, ma per sentita tradizione. Come ad esempio la devozione all’immagine della Madonna, affrescata su una parete di Olmi, visitata dalle donne che avevano partorito in ricerca di protezione e di intercessione per il bambino appena nato. Si fa memoria della fondazione di cappelle private fatte edificare dalle famiglie benestanti o nobili della parrocchia, ma anche di una comunità fatta di relazioni interpersonali, di gruppi, di appartenenze. Basti pensare alle numerose Compagnie, citate nel Chronicon, che alternativamente partecipavano alla vita religiosa della parrocchia. Tuttavia il Libro diventava anche una sorta di diario per i parroci che vi registravano, ad esempio, le spese fatte nell’interesse del popolo e della chiesa, dai restauri, alla committenza di opere artistiche, o di quelle occorse per le delle visite pastorali del vescovo.

Vi si trovano anche annotazioni curiose come il sincero sfogo del priore Deodato Taddei, autore di gran parte del Libro di memorie (sue sono le cronache dal 1789 al 1825, anni difficili per gli echi della Rivoluzione e per il Bonapartismo), che deluso dalla mancata visita di monsignor Morali, che si era fatto sostituire da un canonico, consiglia ai suoi successori che in occasione della visita pastorale «non facciano la minima spesa né preparativi, onde non abbiano poi in seguito motivo di pentirsene» e, se proprio volessero solennizzare l’evento, suggerisce causticamente di far suonare le campane, un atto questo «nel quale non ricercasi spesa veruna se non che quella del consumo delle funi».

Il Libro di memorie di Olmi ha tuttavia una singolare particolarità: eccezionale è infatti l’iniziatore di questo Chronicon, quel Giuseppe Maria Brocchi, insigne teologo ed erudito fiorentino, che fu priore di Olmi tra il 1716 e il 1723. A lui si deve uno degli studi agiografici più interessanti della storia della Chiesa toscana quella Vita dei Santi e Beati fiorentini (recentemente ripubblicato da Gilberto Aranci, per i tipi di Pagnini e Martinelli), che uscì nel 1742 per i torchi di Gaetano Albizzini e che venne arricchita da tavole in rame realizzate da alcuni degli incisori e disegnatori più importanti dell’epoca.

Il legame del Brocchi con il Mugello non si esaurì con la sua carica di priore di Olmi, ma andò oltre. A questa terra dedicò un volume intitolato Descrizione della Provincia del Mugello, edito nel 1748, nella quale passò in rassegna tutti i pivieri della zona, con grande profusione di notizie sia su edifici sacri che civili e a margine dell’opera pubblicò una Cronica riferita ai signori Da Lutiano, famiglia con la quale l’erudito fiorentino incrociò il proprio destino.

Infatti nel periodo che rimase in Mugello aveva scelto come propria dimora l’antica rocca di Lutiano, restaurata e trasformata in villa. Alla figura del Brocchi e al suo rapporto con Lutiano Vecchio è dedicato il libro di Lorella Baggiani che nasce come studio storico su un edificio attualmente al centro di un progetto di recupero edilizio che vedrà la villa ed i locali annessi «rinascere» come centro di ospitalità a famiglie di immigrati o in particolari situazioni di emergenza.

Lorella Baggiani ripercorre la vita del Brocchi con rigore e precisione mostrando quanto questo sacerdote, poi Rettore del Seminario di Firenze, oltre ad essere figura di spicco nella cultura fiorentina ecclesiastica e filosofica, fosse curioso di cose antiche, collezionista di reliquie, interessato in prima persona al restauro architettonico dell’antica rocca di Lutiano. E – ancora – quanto si fosse impegnato nello studio e nel recupero delle preesistenze medievali, per cimentarsi poi anche nella progettazione di nuovi spazi come quello dell’oratorio dedicato a Tutti i Santi fiorentini che divenne luogo privilegiato della sua collezione di reliquie, fra le quali l’interessante croce reliquiario recentemente ritrovata nel Museo dello Spedale degli Innocenti (attuale proprietario del complesso) insieme ad altre teche.

Libro di memorie della prioria di Santa Maria a Olmi in Mugello, a cura di Nicoletta Martiri Lapi, Firenze, Pagnini e Martinelli. 2004, coll. Pubblicazioni dell’Archivio Arcivescovile di Firenze. Studi e testi,8 pp. 172 Euro 16. Lorella Baggiani, Giuseppe Maria Brocchi 1687-1751 sacerdote ed erudito del Settecento fiorentino e la Villa di Lutiano Vecchio in Mugello, Firenze, Polistampa, 2004,pp. 142 Euro 14.