Cultura & Società

CARRARA RICORDA UN ALBERTO SORDI INEDITO A NOVE ANNI DALLA MORTE

A nove anni dalla morte del re della commedia italiana Alberto Sordi il Comune di Carrara si prepara a ricordarlo sabato 9 luglio alle 21 in piazza Alberica con un tributo esclusivo. L’incontro, nato da un’idea del sindaco di Carrara Angelo Zubbani assieme al pronipote di Alberto Sordi, il giornalista, docente universitario e conduttore radiotelevisivo Igor Righetti, il popolare “ComuniCattivo” di Radio 1 Rai, prevede la partecipazione di personaggi d’eccezione, amici di Albertone con il quale hanno anche lavorato. Sul palco ci saranno, moderati da Igor Righetti, il celebre avvocato penalista Nino Marazzita che con Sordi si incontrava nei locali romani della Dolcevita, il fotografo Rino Barillari, il re dei paparazzi e la giornalista e scrittrice Maria Antonietta Schiavina, autrice della biografia dell’attore “Alberto Sordi – Storia di un commediante” che con lui registrò due anni di interviste raccogliendo centinaia di nastri molti dei quali ancora inediti in cui l’Albertone nazionale si racconta e che saranno fatti ascoltare in esclusiva mondiale da piazza Alberica.“Ho pensato di ricordare Albertone a Carrara – spiega Igor Righetti – sia per l’entusiasmo dimostrato dal sindaco Angelo Zubbani, sia perché Alberto Sordi e Carrara rappresentano due eccellenze del made in Italy nel mondo, sia perché fin da bambino accompagnavo mio padre Alessandro, che era scultore, a scegliere i marmi delle sue opere. Ero affascinato dai laboratori dei marmisti. Sono tornato a Carrara l’anno scorso, dopo tanti anni di assenza, e l’ho trovata trasformata. Adesso mi sembra un gioiello”.E aggiunge: “L’incontro avrà l’obiettivo di presentare Alberto Sordi sotto un profilo più intimistico che professionale tramite aneddoti e racconti sia di chi l’ha conosciuto sia direttamente raccontati dalla sua voce grazie alle registrazioni di Maria Antonietta Schiavina. Scoprire le sue abitudini, il suo modo di affrontare la vita, il suo rapporto con la spiritualità e con l’amore per rendere omaggio a un grande italiano apprezzato in tutto il mondo. Così come famoso e apprezzato in tutto il mondo è il marmo di Carrara”.Tra i vari contributi audio che verranno fatti sentire in esclusiva figura quello in cui Alberto Sordi racconta nel suo linguaggio spontaneo, con una velatura di romanesco, come nascevano i personaggi che interpretava. “Personaggi veri – spiega Sordi durante le sue conversazioni con Maria Antonietta Schiavina – non li ho mai fatti e non li ho mai voluti fare. Mussolini, però, mi ha molto interessato pensando al rapporto con la famiglia. Io volevo interpretare Mussolini a casa quando con il cavallo saliva i gradini di villa Torlonia e la gente sveniva guardandolo, nonché parlare del rapporto con i figli e la moglie. Mi arrivarono centinaia di telegrammi dall’America del Sud che mi dicevano di non farlo, minacce. Perché Laurenzi scrisse sul Corriere della Sera che io avevo in mente di fare Mussolini ‘uomo’”. E continua Sordi: ”Mi venne in mente a Venezia: un giorno sulla spiaggia c’era De Feo che faceva Mussolini che suonava il violino e faceva molto ridere. Qualcuno mi disse se ci avevo mai pensato a fare Mussolini. Risposi che mi sarebbe piaciuto vedere a tavola mentre mangiano che cosa ne pensano i figli di quello che lui ha presentato dal balcone al popolo, che cosa ne pensa la moglie di questa amicizia con Ida, le raccomandazioni che gli faceva la famiglia. Ho saputo che donna Rachele dava anche dei bei ‘sganassoni’. Io lo avrei arricchito con particolari umani che mi inducevano a pensare che un italiano può, non impazzire, ma diventare un altro con questo consenso di tutto un popolo. Può anche cambiare come espressione: uno è disteso quando si sente tranquillo ma con tutto questo consenso ‘se gonfia’. Infatti quando lui dà l’impronta mussoliniana pronto a caricarsi per vincere è tutto un po’ macchiettistico nelle espressioni. Lui si caricava per dire al popolo: ‘Noi siamo capaci di vincere sugli altri perché siamo italiani’. Era un grande giornalista, si vede perché i suoi discorsi sono titoli di giornale, c’è stato un periodo che ce lo invidiavano tutti quanti. Se mi chiedono se sono fascista dico di no, ma ho vissuto in quell’epoca e ricordo certe sensazioni. Oggi è finito tutto, è lui che caricava tutto”.Alla domanda di Maria Antonietta Schiavina “Fini non potrebbe caricare?” Sordi rispose: “No, neanche a pensarci che possa risorgere quel tempo. Non è possibile che risorga qualcosa di quell’epoca perché lui era veramente un capo famiglia e la famiglia era l’Italia. Tanto è vero che era padrone di tutto e di niente, quando è morto non aveva nulla”.A proposito dei figli Sordi dice: “I figli ho capito che se uno non ce li ha non può dire questo è mio figlio perché non l’ha fatto lui. Ma ci sono tanti bambini abbandonati, senza genitori, negli orfanotrofi e nelle organizzazioni. Ho cominciato a frequentare questi ambienti per il piacere di guardare i bambini, di stare con loro, di prenderli in braccio. Ho capito che si hanno forse più soddisfazioni adottando e seguendo un bambino, andandolo a trovare, vederlo che si illumina perché è il papà che gli va vicino. Diventare padre di bambini che purtroppo non hanno avuto la possibilità di conoscerlo il padre. E quello ha compensato ciò che io ho perso. La frequentazione con i giovani e giovanissimi ce l’ho sempre e poi ho interpretato mariti e padri. Ne ho fatti parecchi, ho vissuto la vita del marito. Quando faccio un personaggio non mi vesto soltanto da marito ma entro nel personaggio con lo stato d’animo: soffro, gioisco, litigo, manifesto amore, do un sacco di botte. Tante emozioni che durano due o tre mesi, il tempo della realizzazione del film. È come se avessi vissuto una vita coniugale. Con la soddisfazione che poi, spogliandomi dall’abito del marito, dicevo: ‘Meno male che è stato un film, pensa un po’ se fosse stato vero’”.