Cultura & Società

Cento per cento, i volti dei grandi vecchi toscani

C’è quello che, carabiniere, partecipò alle missioni per catturare il bandito Giuliano: oggi di anni ne ha 101 e risulta «grande fumatore» ma con «analisi cliniche perfette». C’è quella che, sarta, è stata costumista al «Niccolini» di Firenze conoscendo attori e attrici: da Gassman alla Lollo. Dice di aver sempre mangiato poco riconoscendo di essere «un po’ lecchina»: anche le sue, di analisi, sono perfette.

C’è Irma (anni 108. «Donna di appetito, alla sua tavola non manca mai dell’ottimo vino rosso e da sempre conclude i pasti serali con un bicchierino di whisky») che per una vita ha fatto il pane: venne conquistata, quando di anni ne aveva 15, dal suo Angelo a suon di serenate sotto la finestra. E c’è Gianni (vegetariano e appassionato di agricoltura bio, anni 101): sta scrivendo un libro per ricordare la moglie scomparsa pochi anni fa mentre a lui, anni prima, avevano diagnosticato un brutto tumore che lo convinse di poter morire e lui, per prepararsi, ascoltava di continuo la messa solenne di Beethoven.

Sono cento, da tutte le parti della Toscana, i ritratti di centenari che un fotografo, cagliaritano da anni residente in Toscana, ha selezionato dopo un lungo lavoro di conoscenza. Per ogni foto (belle. Splendidi volti con rughe inevitabili. Alcune portano in mano foto di quando erano giovani) Giuseppe Della Maria pubblica una scheda biografica in modo da fornire sintesi della vita quotidiana, di ieri e di oggi, dei centenari. Dietro ogni scheda ore di registrazione che sarebbe affascinante poter ascoltare.

Le schede e i contributi a un volume che definire splendido non è cortigianeria, sono pubblicate anche in inglese. Fino al 5 dicembre il lavoro di Della Maria è visitabile in una mostra ospitata, a Firenze, presso l’Istituto europeo di design (in via Bufalini. Dal lunedì al venerdì orario continuato fino alle 19,30, il sabato solo fino alle 13). Qui si può acquistare il volume.

Il libro è stato presentato giorni fa in Consiglio Regionale (dovevano esserci il presidente Giani e la vicepresidente Barni. Una sala affollata li ha aspettati fino alla fine. Purtroppo non sono arrivati) con gli interventi del fotografo e dell’antropologo Fabio Dei, autore di una notevole prefazione («Volti e storie di un secolo») su memoria culturale e storie di vita. «La tecnica fotografica – scrive Dei sul lavoro di Della Maria – esalta i lineamenti scolpiti degli anziani, mostrandoli come lettere di un misterioso alfabeto della memoria».

Il pomeriggio è partito con la sintesi di un più lungo video (sta su Youtube) dedicato ai gemelli Tozzi: entrambi 101 anni (come per tutti gli altri 98, l’età è quella relativa al momento dello scatto fotografico e dell’intervista. In questo caso era il settembre 2015). Sono, Gino e Innocente Tozzi, un caso raro: nella loro condizione, gemelli over centenari, se ne contano appena altri due al mondo.

Stanno al confine nord della Toscana, Succisa, in una frazione di Pontremoli. Della Maria è stato con loro due giorni scattando foto e realizzando il video: sottotitolato per via della lingua parlata in quella zona. Tenerissimo sentir scorrere, dai gemelli, l’alternanza tra vite ordinarie e grande storia, la miseria e la guerra, il cinema e la televisione, la Lambretta e la Cinquecento. A uno di loro, quello che scherza su sé stesso sostenendo di essere «oramai da rottamare«, pare gli avessero appena rinnovato la patente di guida. Ancora – dice – per un anno.

Sono 1.500 i centenari toscani. Una cifra che mette la nostra regione, con la Sardegna, ai vertici della classifica. «Un lavoro di ricerca enorme – sottolinea Dei – che fotografa tutte le aree della Toscana facendo emergere una storia dal basso, scritta da contadini e medici, artisti e operai». Tutti nati fra il 1915 e il 1917: un peso fondamentale nei racconti è riservato alla guerra. E poi la trasformazione che Pasolini avrebbe sintetizzato con la «scomparsa delle lucciole»: la fine del mondo contadino tradizionale per arrivare al mondo di Facebook; dal pennino alle email, dal calesse ai voli low cost.

Interessanti, nell’antropologo, anche due notazioni. Una sul linguaggio («ciò che unisce nelle interviste è la fedeltà al vecchio tipo di lingua che resiste alla standardizzazione televisiva») e l’altra sull’importanza di relazioni familiari sempre presenti nei racconti sia riferite agli antenati che ai discendenti. «Un invito ai più giovani – conclude Dei auspicando lavori sempre più organici su queste banche dati – a non disperdere la memoria».

Frequentando le case dei centenari, ascoltando le loro storie, parlando con figli e nipoti, Della Maria si è pure convinto circa l’esistenza di un elisir per allungare la vita. Fattore genetico a parte, il segreto pari abiti nella sobrietà degli stili di vita: mangiare poco ma bene, poca carne e tanti legumi, molti ortaggi e due o tre dita di buon vino rosso ai pasti. E inoltre non aver paura di abitare la contemporaneità.

In prima fila, nella sala gonfalone del Consiglio Regionale, due bambini. Nipoti o bisnipoti. Non perdono battuta. Prendono appunti. Uno su un Moleskine, l’altro su un Samsung.

Giuseppe Della Maria, Ritratti di centenari toscani. Portraits of tuscan centenarians, SilvanaEditoriale ottobre 2017, pagg. 223.