Cultura & Società

Cresce a Siena la febbre del Palio

Montone, Torre, Bruco, Onda, Lupa, Oca, Drago, Giraffa, Selva, Pantera. Sono queste le contrade che, venerdì 2 luglio, si contenderanno il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano. Archiviata la stagione sportiva più gloriosa della sua storia, che ha visto tra l’altro la conquista dello scudetto della pallacanestro da parte della MontePaschi Mens Sana, Siena sospende ogni forma di tifo «unitario» e si rituffa in pieno nel suo avvenimento più antico e più appassionante, che non è sport né gioco ma paradigma della vita stessa.

Delle 17 contrade ne corrono solo 10, ovvero le 7 che non hanno corso il corrispondente palio dell’anno precedente (in questo caso, quello del 2 luglio 2003) più tre estratte a sorte l’ultima domenica di maggio per il Palio di Provenzano e la domenica successiva a quest’ultimo per quello dell’Assunta, che si corre il 16 agosto). Per la «carriera» di venerdì 2 luglio le estratte sono state quattro, a causa della squalifica comminata all’Istrice che avrebbe dovuto essere in piazza di diritto. Una volta terminato il tradizionale corteo storico, i cavalli (estratti a sorte tre giorni prima) montati dai fantini (ingaggiati invece liberamente dalle contrade) escono dall’«entrone» del Palazzo Pubblico e si dirigono verso la «mossa», dove il mossiere li chiama, ad uno ad uno, secondo un ordine a sua volta determinato con un sorteggio. I posti più ambiti sono i primi, quelli vicini allo steccato, mentre la decima e ultima contrada parte «di rincorsa», ovvero è il suo ingresso veloce tra i canapi tesi a determinarne l’abbassamento da parte del mossiere e quindi il via alla corsa. Difficile, però, che la mossa «maturi» in tempi brevi, visto che ognuno cercherà di guadagnare la miglior posizione danneggiando gli altri e cambiando magari di posto. È proprio qui, in buona parte, che si gioca il destino di ciascuno, e per questo le attese possono essere decisamente snervanti e anche accompagnate da una o più false partenze.

Palio, la cuffia che nessuno vuole