Cultura & Società

Economia e Spiritualità VI edizione. Cristicchi al Politeama di Prato: “Felicità è sentirsi noi”

Lo dimostra la grande  emozione e il tutto esaurito registrati al Politeama Pratese in occasione della prima tappa del Festival Economia e Spiritualità, promosso da Ricostruire la vita con il sostegno del Comune di Prato, dedicato alla felicità come cura. Protagonista dell’incontro Simone Cristicchi che ha presentato il suo video Happy Next, un eccezionale racconto corale sulla felicità che recentemente è diventato anche un libro. È seguito un appassionante dialogo con padre Guidalberto Bormolini della Comunità dei Ricostruttori. Ad aprire la serata il saluto del sindaco Matteo Biffoni.

Si parla tanto di ripartenza su aspetti come quelli del lavoro e dell’economia che sono fondamentali per la vita quotidiana. Il Festival ha l’obiettivo di guardare ben oltre perché questo non basta: occorre prendersi cura delle persone nella loro integralità. “È un momento particolare e importante per aiutare le persone a uscire dal tunnel – dichiara padre Bormolini – il messaggio che vogliamo dare è che insieme che si può costruire qualcosa di nuovo.  Non vogliamo il mondo di prima dove c’era tanta ingiustizia, disparità, sofferenza, oppressione e anche inquinamento. C’è l’occasione di costruire tutti insieme un mondo nuovo e non possiamo lasciarla scappare”.

Il tema della serata era felicità come cura e Cristicchi ha indicato un percorso in cui ciascuno può fare la sua parte costruito su sette parole chiave, che costituiscono una sorta di impalcatura per tenere in piedi il termine felicità. Quali sono? Attenzione, lentezza, umiltà, talento, memoria, cambiamento. “C’è poi l’ultima che è noi – annuncia il cantautore – Perché non si può essere felici da soli ma soltanto costruendo questo tanto sognato utopistico noi  – afferma convinto –  Il filosofo Kierkegaard diceva la felicità è una porta che si apre solo verso l’esterno: aprirsi all’altro e avere cura del pianeta che ci ospita e delle persone che ci sono intorno contribuisce sicuramente a rendere questo posto un luogo migliore”.

Deciso l’appello di Cristicchi alla necessità di utilizzare le risorse che vengono dalla cultura e dall’arte, ma anche dalla spiritualità, per superare la grande crisi. “Prendersi cura delle persone: credo che sia dovere delle persone di cultura degli intellettuali ma anche degli artisti che sono una voce importante all’interno della comunità – ha affermato Cristicchi – molto spesso l’artista viene trattato come un mero intrattenitore una sorta di pagliaccio che ci deve far ridere, invece la cultura e l’arte sono il vero nutrimento della nostra anima: senza la cultura noi siamo spenti, siamo dei fiumi prosciugati. Abbiamo visto in questo periodo un abbruttimento generale proprio perché teatri e cinema sono rimasti chiusi, non abbiamo potuto incontrare chi ci racconta chi siamo, chi ci aiuta a sviscerare le grandi domande della nostra esistenza”.