Cultura & Società

Film di Wim Wenders con Papa Francesco come protagonista

È stato reso pubblico oggi al Sir il progetto cinematografico condiviso con mons. Dario E. Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, sotto la direzione del regista tedesco Wim Wenders, più volte candidato all’Oscar con i documentari «Buena Vista Social Club», «Pina» e «Il sale della terra», vincitore di una Palma d’oro a Cannes con «Paris, Texas» e di un Leone d’oro a Venezia con «Lo stato delle cose».

Un film documentario – informa il Sir – in cui Francesco, ovvero Jorge Mario Bergoglio, il 266° Papa della Chiesa cattolica, si racconterà per la prima volta direttamente allo spettatore. Francesco affronterà temi a lui molto cari come ecologia, migrazioni, consumismo o giustizia sociale, rispondendo alle domande provenienti da ogni periferia del mondo. Distribuito a livello internazionale dalla Focus Features, parte del gruppo NBCUniversal, il film «Pope Francis. A man of his word» è prodotto dallo stesso Wim Wenders con Samanta Gandolfi Branca, Alessandro Lo Monaco («L’esercito più piccolo del mondo»), Andrea Gambetta e David Rosier («Il sale della terra»). La produzione del film è Célestes Images, Centro Televisivo Vaticano, Solares Fondazione delle Arti, PTS Art’s Factory, Neue Road Movies, Fondazione Solares Suisse, e Decia Films.

Del film «Pope Francis. A man of his word» («Papa Francesco. Un uomo di parola») ne parlerà certamente il 25 maggio al 70° Festival di Cannes, mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. In occasione della tavola rotonda su «cinema e spiritualità», che mons. Viganò condividerà proprio con il regista tedesco Wim Wenders, indimenticabile autore del «Cielo sopra Berlino», il prefetto della Santa Sede chiarirà come è nata l’idea di un film con il coinvolgimento in prima persona del Papa. A dire il vero, mons. Viganò ha lasciato già trapelare le prime parole sul film: «Quando penso alla poetica di Wim Wenders, immediatamente ho davanti a me le immagini dei suoi film ‘Il cielo sopra Berlino’ e ‘Così lontano così vicino’, degli angeli custodi da lui tratteggiati, ben lontani dal cascame devozionale. È proprio per questo suo sguardo così attento e poetico, capace di raccontare il mondo del visibile e insieme squarci di quello invisibile, che lo abbiamo coinvolto con il Centro Televisivo Vaticano nella messa punto della regia tv per l’apertura della Porta Santa a San Pietro, per il Giubileo della misericordia». Sempre con Wenders, riprende Viganò, «è nata poi l’idea di un film documentario che raccontasse papa Francesco, che lo rendesse per la prima volta protagonista, mettendosi in gioco con la settima arte, ma soprattutto con gli spettatori. Il Papa attraverso il cinema ha voluto intraprendere un nuovo sentiero per arrivare alla comunità tutta, fatta di donne e uomini di ogni fede e cultura, desideroso di rispondere alle loro domande. Ed è stato così che si è rivolto alla macchina da presa, proprio come fece più di un secolo fa Leone XIII, quando per la prima volta guardò l’obiettivo benedicendo il cinema stesso».

Wim Wenders conosce mons. Viganò da anni, un’amicizia nata grazie all’amore per il cinema. Ed è proprio per lo sguardo originale e sperimentale del regista tedesco, mai privo di poesia e delicatezza, che mons. Viganò lo ha coinvolto prima nella regia con il Centro Televisivo Vaticano per la grande diretta dell’apertura del Giubileo della misericordia a San Pietro, l’8 dicembre 2015, e poi nel progetto del film «Pope Francis. A man of his word» («Papa Francesco. Un uomo di parola»). «Papa Francesco – commenta al Sir il regista Wenders– è un esempio vivente di un uomo che si batte per ciò che dice. Il Papa nel film si rivolge direttamente allo spettatore, con un approccio così candido e spontaneo. Abbiamo cercato di realizzare un’opera aperta a tutti gli spettatori, senza distinzioni di fede o cultura, proprio perché il messaggio di Francesco è universale».