Cultura & Società

Firenze celebra i mille anni di San Miniato al Monte, la sua «terrazza» sul mondo

Il 27 aprile del 1018 il vescovo di Firenze Ildebrando metteva la sua firma nella «Charta ordinationis», l’atto che segnava la nascita di una nuova basilica sul monte che guarda Firenze dalla riva sud dell’Arno. Da poco erano state recuperate, dalle rovine di una precedente chiesa di epoca carolingia, le reliquie del martire Miniato: da qui la decisione del vescovo di affidarne la custodia a una comunità monastica, guidata dall’abate Drogo.

Il 27 aprile del 2018, esattamente mille anni dopo, si apre un anno che nello scandire il tempo – come un orologio che batte i secoli, anziché le ore – richiamerà l’attenzione del mondo su questo luogo dello spirito. Il millenario sarà preceduto dall’inaugurazione di alcuni restauri che consentiranno alla basilica di presentarsi alla propria festa in tutto il suo splendore: venerdì 20 aprile viene presentato il restauro delle porte, giovedì 26 quello del ciborio, capolavoro di Michelozzo. Venerdì 27, poi, l’apertura della Porta Santa del millenario, con la celebrazione eucaristica alle 17,30 presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e alle 21 «Per te mille anni sono come un giorno»: la liturgia monastica della compieta arricchita da numerosi contributi, tra cui una composizione poetica scritta e recitata per l’occasione da Davide Rondoni, un dialogo sul tempo con le meditazioni del filosofo Massimo Cacciari e della badessa del monastero di Viboldone, Maria Ignazia Angelini, l’istallazione artistica di Marco Bagnoli e le musiche composte da Luca di Volo.

La celebrazione di questi mille anni proseguirà fino al 27 aprile 2019 con un programma di eventi (convegni, concerti, azioni sceniche) che si può scoprire nei dettagli sul sito www.sanminiatoalmonte.it

San Miniato al Monte ma anche, possiamo dire, «San Miniato al mondo»: con questo gioco di parole l’abate Bernardo Gianni sottolinea la volontà di rendere ancora più evidente, con le celebrazioni del millenario, la vocazione di questa abbazia benedettina olivetana: un luogo in cui ogni giorno salgono visitatori giunti da ogni parte del pianeta, una terrazza dalla quale la vista sembra abbracciare, fisicamente e spiritualmente, non solo la città di Firenze ma ogni città e tutta l’umanità. «Da quassù si vedono i tetti, le colline, si scorge in lontananza la mia Prato, si vedono le cime delle Apuane» sottolinea l’Abate: lasciando intendere che lo sguardo interiore può spingersi senza troppa fatica anche più in là.

La comunità monastica benedettina (che dal 1373 aderisce alla congregazione olivetana) custodisce da mille anni questo varco che da sempre, per i fiorentini, è la «porta santa»: una soglia tra la terra e il cielo. «Questo è nell’urbanistica della città – sottolinea l’Abate – ma soprattutto nel cuore di quelle tensioni che avvicinano il mistero di Dio alle persone attraverso la forza della bellezza e la suggestione che la nostra vita monastica, pur con tutte le sue povertà, intende ogni giorno, nella liturgia e nell’accoglienza, suscitare nel cuore di tutti».

Un luogo particolarmente caro a Giorgio La Pira, che da quassù contemplava «il mistero dei tetti di Firenze» e che lo considerava il simbolo più rappresentativo della «città posta sul monte», faro di bellezza e di pace. Un luogo amato da Mario Luzi, che gli dedicò la poesia «Siamo qui per questo».

Le celebrazioni del millenario sono state presentate nella maniera più solenne, con la presenza delle autorità fiorentine e toscane (dal sindaco Dario Nardella, la vicepresidente della regione Toscana Monica Barni, al presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, al ministro Luca Lotti) con i tanti amici che amano questo luogo e che sosterranno le varie iniziative in programma. Un calendario di cinquanta eventi che si snoderà lungo i prossimi dodici mesi e che prevede il coinvolgimento dell’Università di Firenze, del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Avvenimenti che guardano alla storia di questi mille anni ma anche al futuro, per irradiare speranza, con eventi artistici che parlano il linguaggio della contemporaneità e che coinvolgeranno giovani talenti. Non mancherà un convegno su «San Miniato nella geografia toscana» con i rappresentanti delle località toscane la cui toponomastica si richiama al santo. Un programma di altissima qualità che ha il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Toscana e della Città Metropolitana di Firenze, il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la co-promozione del Comune di Firenze e la concessione del marchio del Consiglio Regionale della Toscana e sono stati programmati con il sostegno di Eni, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Poste Italiane, Toscana Aeroporti, Guido Guidi, Nextam Partners, Fism e AB Braganti.