Cultura & Società

Firenze, consegna Premio Cittadino europeo 2018 a don Colmegna, Scagnelli, Calò e Fbap

La cerimonia nazionale di consegna del Premio Cittadino europeo 2018, promosso dal Parlamento europeo, si terrà a Firenze venerdì 21 settembre, dalle 10.30 alle 13.30, nella sede degli Archivi storici dell’Unione europea – Villa Salviati (via Bolognese 156, Firenze). I premiati italiani di quest’anno sono la Fondazione bresciana assistenza psicodisabili (Fbap), la dottoressa Paola Scagnelli di Lodi, il sacerdote don Virginio Colmegna di Milano e il professor Antonio Silvio Calò di Treviso.

Il «Premio Cittadino europeo» è stato lanciato dal Parlamento europeo nel 2008 come riconoscimento per i cittadini, associazioni e organizzazioni «che con le loro attività si sono distinti per l’eccezionale impegno nell’agevolare la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell’Unione europea, promuovendo una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra gli abitanti degli stati membri». Il Premio è conferito anche per attività quotidiane «che mettono in pratica i valori custoditi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». Per questa undicesima edizione sono cinquanta i singoli, le associazioni e le organizzazioni dei ventotto Stati membri ad aver ricevuto il riconoscimento a livello dell’intera Ue, tra loro i quattro italiani.

La Fondazione bresciana assistenza psicodisabili «sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori Francesco Faroni, rivolto a ragazzi e bambini affetti da disturbo dello spettro autistico». Paola Scagnelli è primario di radiologia dell’ospedale di Lodi. «Durante i suoi periodi di ferie svolge il suo operato di medico a Tabora (Tanzania) presso una casa famiglia gestita dalle suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata». Don Virginio Colmegna è fondatore e presidente della Casa della Carità ed ex direttore della Caritas Lombardia, «attivo sin dagli anni Ottanta come fondatore di comunità di accoglienza nel campo della sofferenza psichica e dei minori». Antonio Silvio Calò, insegnante di storia e filosofia al liceo Canova di Treviso, da giugno del 2015 ospita nella sua abitazione sei immigrati africani.