Cultura & Società

Firenze ha salutato il suo poeta

«Il vero, il giusto e il diritto sono stati per mio padre valori non negoziabili». Questo ricordo del figlio Gianni ha concluso la cerimonia funebre per il poeta e senatore a vita Mario Luzi, celebrata stamani nel Duomo di Firenze dal cardinale Ennio Antonelli alla presenza del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e davanti ad una folla di circa 2000 persone. Tra queste erano riconoscibili numerosi giovani delle scuole superiori fiorentine.

«Questo è il senso alto con cui mio padre – ha continuato nel suo saluto Gianni Luzi – si è apprestato a recepire l’onore che il presidente della Repubblica gli aveva conferito, questo e non altro, e con questo spirito».

Una giornata fredda, seppure con il sole, ha accompagnato il funerale di uno dei protagonisti della letteratura italiana del ‘900, padre dell’Ermetismo, più volte candidato al Nobel e nominato appena quattro mesi fa senatore a vita dal presidente Ciampi .

Dalla camera ardente allestita in Palazzo Vecchio il corteo funebre che seguiva il feretro ha percorso ad andatura lentissima il centro della città per raggiungere la cattedrale di Santa Maria del Fiore in mezzo a due ali di cittadini e con le campane del Duomo che suonavano a lutto. Erano nel corteo, voluto in forma privata, i familiari ed i conoscenti stretti del poeta.

Il capo dello Stato e altri rappresentanti delle istituzioni sono arrivati pochi minuti prima ed hanno preso posto nella cattedrale a lato dell’altare maggiore davanti al quale è stata collocata la bara, molto semplice, in legno chiaro. Accanto al presidente Ciampi, che non ha rilasciato dichiarazioni, erano seduti il vicepresidente del Senato, Lamberto DiniFabio MussiRocco ButtiglioneClaudio Martini e Riccardo NenciniLeonardo Domenici, i senatori a vita Giulio Andreotti ed Emilio Colombo. Tra i presenti c’era anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani .

La cerimonia non ha avuto ritardi e si è svolta in un contesto di grande compostezza ed austerità. «Mario Luzi – ha detto nell’omelia il cardinale di Firenze Ennio Antonelli, che ha letto passi di poesie di Luzi fra cui Via Crucis – è stato testimone di una speranza più forte di ogni dramma e di ogni caducità. È stato profeta di un umanesimo aperto al mistero divino». Un’omelia intessuta della poetica di Mario Luzi che Antonelli ha concluso dicendo di aver «cercato di dare voce al poeta e di ascoltarlo».

Alla fine della cerimonia il cardinale Antonelli si è avvicinato al presidente Ciampi scambiando alcune parole; quindi il figlio Gianni ha ricordato la figura del padre, i suoi valori e la sua eredità spirituale introducendo l’attore Sandro Lombardi alla lettura dell’ultima poesia scritta prima di morire da Mario Luzi, intitolata «Il termine».

Un applauso commosso ha poi accompagnato il feretro mentre sfilava lungo la navata centrale del Duomo di Firenze. All’esterno centinaia di persone, fra cui moltissimi fiorentini, hanno assistito all’uscita della salma seguita dalle autorità. La bara è stata trasportata al cimitero di Castello (Firenze) dove è stata tumulata accanto a quella della madre del poeta, secondo la volontà manifestata dallo stesso Luzi negli ultimi tempi a familiari ed amici.

«Un grande poeta ingiustamente trascurato dal premio Nobel, una grande perdita per la cultura italiana»: così il ministro Buttiglione ha voluto ricordare alla fine del funerale Luzi; sulla stessa lunghezza d’onda il senatore a vita Andreotti che ha parlato di Luzi come di «un uomo integro che lascia all’Italia una poesia vera ed una grande testimonianza». (ANSA)

La poesia come viaggio nella vita (di ANDREA FAGIOLI)