Cultura & Società

Firenze, la scomparsa di «Nano» Campeggi, il grande cartellonista del cinema

La notizia della morte di Silvano Campeggi ci ha colto di sorpresa a dispetto della sua età, perché a 95 anni e 7 mesi suonati sarebbe stato anche normale metterla in conto. Ma per «Nano», per chi lo conosceva, non era così: con la sua lucidità, la sua freschezza e allegria, gli occhi da eterno ragazzo, la voglia di dipingere ancora ci aveva quasi fatto pensare a una sua possibile immortalità.

E invece mercoledì 29 agosto se n’è andato: chissà se a ritrovare Marilyn (Monroe) e Liz (Taylor), le attrici che sentiva più prossime tra le tante che aveva ritratto nella sua straordinaria carriera di cartellonista cinematografico, autore di tanti indimenticabili bozzetti che nel dopoguerra portarono il sogno del cinema nelle nostre città e ne fecero un fenomeno popolare e condiviso, già prima dell’avvento della televisione.

Campeggi era un artista a tutto tondo, col tempo aveva esplorato altri soggetti e provato altri stili, ma il tratto vivo e deciso che caratterizzava i suoi manifesti – facendoli in un certo senso parlare e comunicando il messaggio essenziale del film – è rimasto il leit motiv che ha accompagnato tutta la sua carriera. L’avevamo intervistato, lo scorso gennaio, alla vigilia delle sue 95 primavere, e l’avevamo trovato arguto e creativo come sempre. Pochi giorni dopo, la festa pubblica per il compleanno nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio a Firenze, dov’era stata ospitata una mostra «alla carriera» caratterizzata da un bellissimo e suggestivo allestimento: l’ultima tra le numerose che negli ultimi anni si erano succedute in Toscana, riproponendo la magia della sua arte anche alle generazioni più giovani. Ne era lusingato, Nano, ma senza mai far pesare un pur legittimo orgoglio per il suo talento, anzi. In tanti lo chiamavano maestro, ma per tutti era soprattutto un amico solare, scherzoso e sempre alla mano, come traspare anche nei messaggi di cordoglio di Francesco Casini – sindaco di Bagno a Ripoli, il comune dove risiedeva – e del primo cittadino di Firenze, Dario Nardella.

Con l’amatissima moglie Elena, compagna di tutta una vita, resta di lui un patrimonio incredibile di dipinti e bozzetti, un’eredità che, adeguatamente valorizzata, lo renderà ancora vivo e presente pure per chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo.