Cultura & Società

Firenze, un archivio sui 120 anni di vita delle Pubbliche Assistenze

All’inaugurazione in via Pio Fedi, assieme a giornalisti e volontari, hanno partecipato tra gli altri Fulvio Conti (Università di Firenze), Fausto Casini e Attilio Farnesi (presidenti di Anpas Nazionale e Anpas Toscana), Patrizio Petrucci (Presidente Cesvot), Emilio Capannelli (sovrintendeza Archivistica della Toscana) e Maurizio Garotti (responsabile Archivio Storico Anpas).

Centoventi anni di storia. Dalle origini del volontariato delle prime Pubbliche Assistenze della fine dell’Ottocento, passando per la chiusura delle associazioni durante il fascismo, i congressi gli interventi dei volontari durante terremoti e alluvioni, fino alla riforma del sistema sanitario e l’obiezione di coscienza: l’archivio storico Anpas e Anpas Toscana è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come “fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di Pubblica Assistenza in Italia”.

Oltre 25mila carte, 2.100 fascicoli, 50 metri lineari di documentazione, 1500 ore di lavoro degli archivisti in diciotto mesi di lavoro. Il documento più vecchio risale al 1883 e riguarda le attività della Pubblica Assistenza di Empoli. Oltre centoventi anni di storia. Dalle origini del volontariato delle società operaie di Mutuo Soccorso della fine dell’Ottocento alla nascita della Federazione Nazionale Pubbliche Assistenze, dal decreto firmato da Vittorio Emanuele che nel 1911 dichiara la Federazione Nazionale Pubbliche Assistenze Ente Morale, passando per la chiusura delle associazioni durante il fascismo, i congressi per la ricostruzione, gli interventi dei volontari durante i terremoti e gli alluvioni che hanno sconvolto negli anni l’Italia, fino alla riforma del sistema sanitario e l’obiezione di coscienza.

«È un momento molto bello quando si inaugura un archivio: un momento importante sia per gli studiosi, sia per le associazioni». Ha dichiarato Fulvio Conti, professore di Storia contemporanea all’Università di Firenze. «Questo archivio è importante perché crea una sensibilità alla conservazione di foto e documenti. Se non si conserva la documentazione, si perde la memoria. Studiare questo passato è importante anche per mantenere vivo questo tessuto associativo e i valori che stanno dietro questa storia».

«L’esercizio di vivere l’oggi curando il ricordo ci deve insegnare che è possibile preparare la storia futura, i beni comuni e lo stare assieme», ha dichiarato Fausto Casini, presidente di Anpas Nazionale. «Essere cittadini dipende dal fatto che le cose che abbiamo tra le mani non sembrano governare le cose. Vi invito a vivere la storia delle pubbliche assistenze come un grande romanzo».

«Sappiamo che fatica abbiamo fatto: abbiamo ricostruito una realtà che oggi è la più importante di associazione laica di volontariato in Italia. Prima del fascismo le nostre pubbliche assistenze erano 450, nell’immediato dopoguerra al primo congresso a Milano le associazioni erano 64», ha dichiarato Attilio Farnesi, presidente di Anpas Toscana. «Dal passato dobbiamo trovare le spinte per il futuro: parole come solidarietà, onestà, spirito di servizio sono valori che non dobbiamo mai perdere .

Secondo Patrizio Petrucci, presidente Cesvot «la storia delle pubbliche assistenze ci insegna che il movimento cresce nei momenti di cambiamento. In questo momento il volontariato vive il problema della frammentazione».

Il progetto Archivio Storico è stato realizzato con i contributi di: ripartizione fondi per l’8 per mille dell’Irpef devoluto alla diretta gestione statale 2010 e al Cesvot (centro servizi Volontariato della Toscana.