Cultura & Società

Firenze, un incontro sulle antiche chiese siriane minacciate dalla guerra

Danilo Mazzoleni, rettore del Pontificio istituto di Archeologia Cristiana, infatti, terrà una relazione dal titolo «Chiese siriane del IV secolo: un patrimonio a rischio di estinzione» presentando il volume Chiese siriane del IV secolo, di Romualdo Fernandes e Pasquale Castellana (Edizioni Terra Santa, pp. 336, 37,00 euro): un volume che offre una panoramica su 35 antiche chiese – in alcune delle quali ancora oggi si celebra il culto -, situate in gran parte nella regione nord-ovest della Siria, dove si trovano le cosiddette città morte o abbandonate.

Queste chiese sono un patrimonio dell’umanità che la guerra rischia di devastare. «Quel che si è conservato per quindici secoli potrebbe essere distrutto per la fanatica follia che la guerra porta in sé – spiega Mazzoleni -. A maggior ragione va apprezzato il volume di Castellana e Fernandez, perché ‘fotografa’ una situazione pre-bellica, fissa determinate coordinate per i monumenti schedati e li documenta con molte immagini». Documentazione che, al termine della guerra, sarà indispensabile per il restauro.

Si teme per la sorte di molte delle chiese siriane del IV secolo presentate nel volume. In particolare per quelle che si trovano nella regione montuosa settentrionale, al confine con la Turchia, sui promontori di Jebel Sim’a e Jebel Baricha. Queste montagne sono oggi teatro del conflitto, sotto il controllo delle forze avverse al presidente Bashar al Assad e per questo bombardate dal regime.

Ma‘lūlā è invece un villaggio cristiano situato tra Damasco e Homs, noto perché vi si parla ancora oggi l’aramaico, la lingua di Gesù. Qui si trova la chiesa di Mar Sarkis e Baccos, (inizio IV sec)., di cui parla il libro. I terroristi di al Qaeda a settembre hanno assaltato il villaggio; mentre a dicembre hanno rapito una dozzina di religiose greco-ortodosse residenti nel locale monastero di Santa Tecla.