Cultura & Società

Fondazione Gemelli, oltre un adolescente su cinque presenta un uso problematico di Internet

La ricerca, condotta da Marco di Nicola e coordinata da Luigi Janiri dell’unità operativa complessa del Gemelli e istituto di psichiatria e psicologia dell’Università cattolica, dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.

La ricerca ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, con un’età media di circa 16 anni) valutati mediante questionari specifici, volti ad indagarne le caratteristiche sociodemografiche, l’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, il rendimento scolastico e i comportamenti a rischio di dipendenza (uso di Internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico). «Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono risultati molto comuni nei maschi – spiega Di Nicola – ma rispetto al passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto per quanto riguarda i cannabinoidi ed il binge drinking (abbuffate alcoliche)». L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. «Tale fenomeno – prosegue – è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di internet sulla quotidianità e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo (con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto) anche se non si può parlare ancora di una vera e propria dipendenza».

Il 9,7% degli adolescenti valutati ha inoltre descritto delle modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi riportano tale condotta più frequentemente delle femmine (29,9% vs. 3,7%). «Negli ultimi anni – puntualizza Janiri – abbiamo assistito, tra i giovani italiani all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, nonché dell’uso problematico di internet e del gioco, prevalentemente online».