Cultura & Società

Francesco, un santo dalle «vite» antiche e sempre attuale

di Lorella PellisSan Francesco: il mistico più puro della storia umana. Parlava soltanto con parole bibliche ed evangeliche, che uscivano dalla sua bocca con la stessa limpidezza e trasparenza con la quale, milleduecento anni prima, erano uscite dalla bocca di Gesù Cristo. E ora San Francesco è il protagonista del secondo volume della collana «Letteratura francescana» pubblicato dalla Fondazione Valla / Arnoldo Mondadori Editore e dedicato a «Le vite antiche di San Francesco» a cura di Claudio Leonardi. In oltre seicento pagine trovano posto i testi biografici più antichi come la biografia di Tommaso da Celano, la più bella vita di santo che sia mai stata scritta nell’Occidente cristiano nonostante sia quasi ignota.

Il corposo volume e i testi, tutti rigorosamente in latino, in un primo momento possono scoraggiare alla lettura, ma la traduzione a fronte e le varie introduzioni alle «Vite» appaiono tutt’altro che appannaggio dei pochi «addetti ai lavori». «Questa collana è assolutamente e rigorosamente scientifica – precisa il professor Leonardi – ma non è tecnicamente non digeribile, anzi si adatta bene al grande pubblico che dimostra di appassionarsi a queste cose che riguardano San Francesco».

Del resto, il santo di Assisi, possiamo dirlo, non passa mai di moda. «Francesco è un grandissimo santo – spiega Leonardi – che, a parte i miracoli, dava l’immagine dell’uomo che non è più solo uomo, ma è l’uomo che ha anche incorporato il divino. Un celebre testo antico dice: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio”. Questa è la fede cristiana. Visibilmente si vedeva che Francesco aveva incorporato qualità divine, la sua fama è dovuta proprio a questa sua inabitazione di Dio effettiva che la sua esperienza di vita dimostrava».

Anche l’introduzione al secondo volume della «Letteratura francescana», come quella al primo uscito nell’ottobre 2004 e dedicato a «Francesco e Chiara d’Assisi», è di Claudio Leonardi. «Ho cercato di vedere e di capire Francesco – ci spiega il curatore – in una luce che chiamerei “non convenzionale”. Molta critica, legata alla testimonianza della povertà come necessaria all’essere vero cristiano, a cominciare da Paul Sabatier alla fine dell’Ottocento, dal quale si fa partire la cosiddetta questione francescana, fino ai più noti storici e critici italiani e stranieri, vede Francesco come il protagonista di una nuova Chiesa contro la Curia romana, contro la Chiesa di Roma. La mia tesi invece è diversa. Io credo che Francesco operi certamente in un approfondimento del messaggio cristiano ma nella linea dell’assoluta fedeltà a Roma legando la povertà materiale senza alcun dubbio alla povertà di spirito. La povertà materiale cioè è una conseguenza della povertà di spirito». In questo senso, sulla scorta delle prime biografie francescane, Leonardi, già professore di letteratura latina medievale all’Università di Firenze, ha «cercato di vedere Francesco alla luce degli avvenimenti precedenti ovvero di una grande crisi ecclesiastica segnata da molte eresie che hanno tutte il loro punto di forza sulla richiesta della povertà materiale e assoluta come necessaria al vero essere cristiano e sulla distanza da Roma se non sul vero e proprio contrasto con Roma».

Certamente controcorrente è l’interpretazione di Claudio Leonardi per quanto riguarda Francesco e Chiara d’Assisi. «Molti francescani negano, per esempio, che Chiara sia una mistica, invece io lo affermo esplicitamente – afferma il professore –. Se “mistica” significa, come significa, “esperienza di Dio”, i pochi scritti di Chiara che ci sono rimasti dimostrano evidentemente che lei ha avuto un’esperienza di Dio. Basta leggere le sue lettere ad Agnese di Praga per capire che lei ha un’esperienza di Dio. E per Francesco è la stessa cosa: basta leggere le sue preghiere, basta leggere le sue lettere e certamente l’opera più significativa, le Lodi delle creature o Cantico di Frate sole, per comprendere che egli ha una fortissima esperienza di Dio fino ad avere le stimmate nel suo corpo, fino ad essere assimilato al Verbo di Dio fatto carne. E così – spiega ancora Leonardi – vedo anche le prime biografie e il primo grande biografo, Tommaso da Celano, che scrive una “Vita beati Francisci” bellissima, di grandissima intensità e gravità spirituale, vista dagli storici contemporanei, come pure da Sabatier, come il tradimento del santo di Assisi perché prospetta un Francesco assimilato, appunto, a Cristo e in pace con Roma». Secondo Leonardi «non si tratta di un tradimento di Francesco, quella di Tommaso da Celano è una biografia che certamente dà un ritratto di Francesco in gran parte corrispondente al vero.

Tommaso aveva conosciuto personalmente Francesco, almeno dal 1215, quando era stato accolto come frate, al 1221 quando fu inviato a predicare in Germania. La sua «Vita» non l’aveva scritta di sua iniziativa ma glielo aveva chiesto papa Gregorio IX, quel cardinale Ugolino di Segni che era stato amico di Francesco e che Francesco aveva voluto «governatore, protettore e correttore» del suo Ordine.«La “Vita” di Tommaso da Celano – dice ancora Leonardi – è un testo affascinante. Contiene scene spiritualmente mirabili e letterariamente stupende. Un capolavoro agiografico, dove l’attenzione cronologica è inglobata nella disposizione tematica. Un testo degno di un santo come Francesco». La collanaL’anno scorso, in ottobre, la Fondazione Valla / Mondadori ha pubblicato il primo volume di una quadrilogia sulla Letteratura francescana, a cura di Claudio Leonardi. Il volume contiene le opere di San Francesco e di Santa Chiara d’Assisi con alcuni brevi testi contemporanei. Tutti i testi (salvo il «Cantico delle creature») sono in latino con traduzione italiana a fronte.

In questi giorni è uscito il secondo volume della quadrilogia. Contiene le biografie di Francesco scritte nei primi trent’anni dopo la sua morte, avvenuta il 4 ottobre 1226. Anche qui i testi sono tutti in latino, tutti forniti di traduzione, la prefazione è di Claudio Leonardi, il commento di Daniele Solvi.

Leonardi è stato professore di Letteratura latina medievale all’Università di Firenze e ora – dopo averlo creato – dirige l’Istituto di studi medievali alla Certosa del Galluzzo con tanto di casa editrice. Solvi è dottore di ricerca in Filologia mediolatina.

In questo volume si presentano tre testi e un’antologia. I tre testi sono la Vita beati Francisci scritta da Tommaso da Celano tra il 1228 e il 1229-1230 (detta Vita prima), l’Officium rhythmicum di Giuliano da Spira, scritto e musicato tra il 1230 e il 1235, l’Anonimo perugino, che si può datare al 1240-1241, e un gruppo di detti e frammenti agiografici, selezionati dal Memoriale in desiderio animae di Tommaso da Celano, dalla Compilatio Assisiensis e da altre compilazioni (lo Speculum perfectionis minus, la Compilatio Antoniana e la Compilatio Florentina), cioè da un insieme di agiografie che trasmettono in vario modo il materiale raccolto dopo l’appello rivolto ai frati dal Capitolo generale dei Minori tenutosi a Genova nel 1244. Allora si era deciso di «raccogliere tutti i dati sulla vita, i segni e i prodigi di San Francesco, che non erano narrati nella Vita prima». Il Memoriale di Tommaso era la risposta all’incarico ufficiale del ministro generale che aveva messo in atto la decisione di Genova. Le compilazioni utilizzano lo stesso materiale, ma con una selezione diversa da quella di Tommaso.

«Indizi sufficienti – scrive Claudio Leonardi nella premessa – permettono di ritenere che queste compilazioni contengano materiale da riportare, forse in parte a frate Leone, a suoi scritti o a suoi suggerimenti. Qualche accenno polemico e l’ambiente da cui provengono le compilazioni fanno ritenere che esse si possano attribuire a compilatori “rigoristi” o “spirituali”; almeno dagli anni Trenta era infatti sorta una contrapposizione tra due fazioni entro l’Ordine, tra frati fedeli alla Regola e frati insofferenti del legame con Roma, che intendevano con rigore la Regola secondo la lettera».

Gli ultimi due volumi che verranno pubblicati a completamento della quadrilogia sulla Letteratura francescana riguarderanno «L’eredità di Francesco nella seconda metà del Duecento» e «Il francescanesimo mistico e spirituale».

Le vite antiche di San Francesco, in «La letteratura francescana», volume II, a cura di Claudio Leonardi, Fondazione Valla / Arnoldo Mondadori editore,pagine 628, euro 27.