Cultura & Società

Ghiaccio virtuale, ma campioni veri

di Massimo G. Benicchi

Grande successo per i mondiali di hockey su ghiaccio da tavolo a Montepulciano e, di conseguenza, per la cittadina toscana tra atleti, accompagnatori e appassionati della insolita disciplina. Uno sport da tavolo che unisce tecniche e richiede abilità di vario tipo, racchiuse in un campo di gioco del diametro di circa 50 centimetri dove la velocità, le strategie, il confronto aperto e muscolare che caratterizza il vero hockey su ghiaccio si sposano alla tecnica ed alla freddezza del biliardo. Insomma nell’hockey ridotto c’è praticamente tutto… tranne il ghiaccio. Di quello non c’è bisogno, tanto che il suo inventore, promotore, organizzatore e diffusore assoluto – il giornalista tedesco Peter Linden – lo ha inventato 31 anni fa sui banchi di scuola. L’effervescente giornalista non ha specificato se l’idea gli è venuta durante qualche pausa o ritagliandosi spazio creativo durante le materie meno gradite, ma da allora, di strada, l’hockey ne ha fatta molta. Perfezionato con amici e familiari, brevettato, commercializzato e praticato in tutto il mondo, oggi conta 15 mila giocatori ufficiali con diffusione maggiore in Germania, Austria e Francia ed anche nei continenti extraeuropei, grazie alla semplicità dell’impianto. Il diametro del campo è di 50 cm. con porte di 8 e minigiocatori (5 per squadra) rappresentati da monete da 5 centesimi. Il disco da spingere in rete è una moneta da 1 centesimo ed i bastoni utilizzati, o mazze, sono realizzati dalla Lego che è anche uno sponsor storico del gioco. Originale anche la «filosofia» di questo sport, che il suo ideatore ha plasmato ed intende conservare, guidando un movimento che permette di utilizzare parte dei finanziamenti degli sponsor e i guadagni della vendita del gioco da tavola, per consentire la partecipazione ai tornei internazionali anche ai praticanti provenienti da paesi lontani o meno ricchi.

Peter Linden è ancora un giocatore di buon livello, ma nonostante i suoi numerosi titoli l’impressione è che ormai i fuori classe siano altri. Anche se mostra un moto di orgoglio a raccontare la sua qualificazione sul podio solo un paio di anni fa, adesso sembra dedicarsi in modo esclusivo alla organizzazione e direzione dei campionati. È lui che individua il luogo ed ispeziona la zona prescelta cercando, grazie alla sua professione di giornalista specializzato nel turismo e di docente della materia, di esplorare appieno con i partecipanti alla competizione il luogo. Si tratta di una vera e propria contaminazione culturale. A Montepulciano, ad esempio, familiari e giocatori di hockey hanno disputato un miniBravìo, Palio locale con le botti spinte da due corridori lungo le ripide strade del centro storico, coprendo un percorso ridotto, ma ugualmente impegnativo. Hanno visitato la realtà storica ed artistica soggiornando almeno una settimana e partecipato a molti degli eventi che caratterizzano l’agosto cittadino, godendo del territorio e dell’ambiente poliziano. Peter sente ancora l’hockey da tavolo come una creazione personale, non solo per l’idea – originale – e per il successo che continua a riscuotere, ma anche per il mondo che ruota attorno al movimento e per la «idea di sport, gioco e turismo» che anima il popolo dei praticanti e molti dei familiari, che partecipano con entusiasmo alle trasferte. Campionati del mondo inclusi. Del resto le trasferte sono ben organizzate e la contaminazione con i residenti è notevole, tanto che i semi dell’hockey-tavolo fanno germinare nuovi praticanti là dove si disputano i tornei. A Montepulciano l’Unione polisportiva poliziana, che insieme al Comune e con il sostegno delle Terme di Montepulciano, della Cantina Dei, del Caffè Poliziano e della Bcc ha organizzato l’ospitalità del campionato mondiale, ha annunciato la messa in cantiere di alcuni tornei invernali di preparazione per i molti appassionati locali che hanno appena scoperto questo sport.

Ed anche dal lato agonistico non sono mancati i colpi di scena: dopo quattro assalti mancati al vertice mondiale, l’austriaco Mario Rudolf è il nuovo Campione del Mondo di hockey su ghiaccio da tavolo. Rudolf, 37 anni, abitante a Graz, dove è impiegato in un’agenzia per la ricerca di lavoro, ha battuto in finale per 6-4 il tedesco René Schweimler.

La partita decisiva si è disputata al Caffè Poliziano di Montepulciano la cui grande sala ha stentato ad accogliere il pubblico.Per quattro volte vice-campione iridato, Mario Rudolf è riuscito a cancellare la fama di eterno secondo e spezzare l’egemonia di Schweimler, pubblicitario di Hannover di 35 anni, già pluricampione del mondo, convinto di poter allungare a Montepulciano la serie dei suoi successi.

Tra un anno in Finlandia la rivincita ed il prossimo Campionato mondiale.