Cultura & Società

Il Maggio musicale fiorentino celebra Beethoven, le nove sinfonie dirette da Zubin Mehta

Composte nell’arco di venticinque anni (dal 1799 al 1824), le nove sinfonie di Ludwig van Beethoven rappresentano una pietra miliare della letteratura musicale di tutti i tempi. Fin dalla prima prova in campo sinfonico Beethoven dimostrò di voler seguire una strada che lo avrebbe condotto verso nuovi orizzonti. La sinfonia, nata mezzo secolo prima come genere di puro diletto sonoro, nelle sue mani si sarebbe trasformata nel mezzo di comunicazione privilegiato delle istanze poetiche e spirituali del musicista. È musica che parla all’umanità intera quella delle nove sinfonie di Beethoven, un monumento sonoro eretto a imperitura memoria con cui dovranno confrontarsi tanto i compositori quanto gli ascoltatori delle epoche successive.

 

Il maestro Zubin Mehta dà avvio al “Ciclo Beethoven” mercoledì 28 ottobre con Leonore n.3 ouverture in do maggiore op.72 a, per proseguire con la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36, pagina animata da energia palpitante che riassume abilmente elementi del passato e del futuro per chiudere con la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92, apoteosi del ritmo da cui prendono forma incisi tematici come nel suggestivo Allegretto.

Spazio al Beethoven titanico per eccellenza venerdì 31 ottobre: in programma la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 ‘Eroica’, grandioso cimento creativo nonché emblema di un Beethoven fieramente consapevole della propria arte, e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67, il cui incipit, il più celebre della storia della musica, è stato associato all’immagine del destino che batte alla porta innescando quel bellicoso confronto tematico che caratterizza i movimenti di quest’opera.

Martedì 3 novembre, apre il concerto l’esecuzione della Kammersymphonie in mi maggiore op. 9 di Arnold Schönberg e prosegue con la Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21, primo frutto sinfonico del giovane Beethoven che già reca alcuni dei segni caratteristici del suo futuro linguaggio e poi chiude con la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60, nata all’ombra della Terza e della Quinta e definita da Schumann, per i suoi tratti volutamente antitetici, “una slanciata ragazza greca fra due giganti nordici”.

Il ciclo continua  mercoledì 25 novembre con la Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore D. 125 di Franz Schubert e i Cinque Pezzi per orchestra op. 16 di Schönberg, seguiti dalla Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 ‘Pastorale’, partitura di idilliaca bellezza in cui si mescolano sensazioni e ricordi di vita campestre tanto cari a Beethoven.

L’ultima tappa del ciclo Beethoven è fissata sabato 5 dicembre con un doppio appuntamento (alle 15 e alle 20). In programma alle ore 20 la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93, definita dallo stesso autore ’piccola sinfonia’ per le dimensioni ridotte e la leggerezza di spirito, e la monumentale Nona (quest’ultima eseguita anche alle ore 15, fuori abbonamento). Ultima figlia in campo sinfonico, la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 compendia tutte le conquiste musicali maturate negli anni da Beethoven: dalla libertà di forma – con quell’ultimo movimento in cui per la prima volta nella cornice sinfonica la musica strumentale cede il passo alla voce umana – all’uso della variazione e del contrappunto, dalle affinità tematiche che si rincorrono di movimento in movimento dando un senso di ciclicità e unitarietà alla composizione, fino al messaggio intimo e profondo racchiuso tra i pentagrammi di un’opera suprema. I solisti impegnati con il Coro  – diretto da Lorenzo Fratini –  e l’Orchestra nell’esecuzione, saranno il soprano Genia Kühmeier, il mezzosoprano Marie-Claude Chappuis, il tenore Michael König e il basso Franz-Joseph Selig.  Tra le due sinfonie beethoveniane una prima esecuzione assoluta: Prometeo o il tacere per coro e orchestra, una commissione del Maggio Musicale Fiorentino a Salvatore Sciarrino.