Cultura & Società

Il Motore a scoppio parla toscano

di Lorella PellisEra la primavera del 1843. Il «maestrino», come gli alunni del collegio San Michele di Volterra lo chiamavano per la sua giovane età – 22 anni – e per l’esile statura, entrò in classe con in mano un barattolo dal lungo collo cui era applicata una sbarretta di ottone isolata e terminante con due palline. Lo strumento era stato costruito per riprodurre la pistola di Volta proprio dal «maestrino» in persona ovvero da Eugenio Barsanti, padre scolopio, docente di matematica e fisica in quell’istituto. In classe il professore riempì il recipiente con idrogeno e aria, chiuse ermeticamente il collo con un tappo di sughero e fece scoccare la scintilla. Immediatamente uno scoppio fragoroso scaraventò il tappo contro il soffitto. Tutta l’aula rintronò. Agli alunni spaventati il docente spiegò cosa era avvenuto: la scintilla elettrica aveva incendiato il miscuglio di gas il quale, aumentando di volume, aveva prodotto lo scoppio lanciando in aria il tappo. Così, con questa semplice esperienza cominciava la storia del motore a scoppio che – come si legge in una lapide apposta nel collegio di Volterra – «aprì sulla terra nei mari nel cielo nuove vie agli umani rapporti». In realtà la data ufficiale della nascita del motore deve essere considerata il 5 giugno 1853, giorno in cui il padre Eugenio Barsanti e l’ingegnere Felice Matteucci – originari rispettivamente di Pietrasanta e di Lucca – depositarono alla segreteria dell’Accademia dei Georgofili di Firenze un plico contenente la memoria nella quale essi descrivevano le linee fondamentali dell’invenzione. E il primo motore fu costruito proprio in quell’anno dalla Fonderia di Pietro Benini, prestigiosa ditta fondata a Firenze nel 1842.Ora, a 150 anni di distanza, nell’ambito delle numerose manifestazioni in Toscana per l’anniversario dell’invenzione di Barsanti e Matteucci Firenze ha aperto le celebrazioni con una mostra allestita nella stessa sede che custodì il documento della nascita del motore a scoppio. Nell’occasione è stato anche presentato il volume «1853-2003 Barsanti e Matteucci. I padri del motore a scoppio, un’invenzione che ha rivoluzionato il mondo» a cura di Emilio Borchi, Renzo Macii, Giacomo Ricci. Nel libro è ricostruita la portata di quell’evento che modificò gli stessi rappporti tra gli uomini, riducendo le distanze e consentendo quindi relazioni più ampie e rapide.

La mostra, visitabile fino al 6 novembre (dal lunedì al venerdì ore 15-18), è suddivisa in 5 sezioni: i documenti sul motore a scoppio; il laboratorio di Barsanti e Matteucci; i motori di Barsanti e Matteucci; gli altri motori; articoli e monografie sui due inventori. Ai Georgofili sono esposti i documenti, le lettere, i modelli che ricostruiscono la storia del primo motore. Per la prima volta vengono presentati il brevetto inglese e quello piemontese del 1857 così come il brevetto inglese del 1861; vengono riportati anche alcuni disegni di motori, poco noti o addirittura non ancora pubblicati, conservati presso l’Osservatorio Ximeniano di Firenze. In questo istituto, fondato circa un secolo prima dal gesuita Leonardo Ximenes e gestito all’epoca dai padri Scolopi, si conobbero Barsanti e Matteucci e qui essi svolsero la parte principale della loro ricerca sotto la «supervisione» dei padri Giovanni Antonelli e Filippo Cecchi. Certo le difficoltà incontrate furono enormi, non solo scientifiche e tecniche, ma specialmente organizzative, legate alle modeste condizioni artigianali ed industriali dell’Italia di allora. Non furono semplici neppure le pratiche per ottenere il brevetto del motore a scoppio iniziate nel 1854. Tuttavia ancora prima, come abbiamo visto, l’Accademia dei Georgofili aveva ricevuto tutta la documentazione da parte dei due inventori che volevano tutelare i risultati delle loro ricerche. Per dieci anni l’Accademia custodì nei propri archivi il plico. Solo su espressa richiesta degli inventori procedette alla sua apertura ed alla lettura del contenuto nel corso della Adunanza pubblica del 20 settembre 1863. Fu quindi grazie ai Georgofili che Barsanti e Matteucci ebbero la possibilità di datare e documentare la loro originale scoperta. Tutto questo merita di essere ricordato in un’epoca in cui – come afferma Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia dei Georgofili – ormai nessuno pone più attenzione alla “potenza” che scatena una chiave girata nel cruscotto delle nostre automobili».

Le manifestazioniProseguono le celebrazioni in occasione del 150° anniversario dell’invenzione del motore a scoppio. Il programma prevede una serie di iniziative che mirano alla valorizzazione turistico-culturale dei principali luoghi che hanno visto all’opera gli inventori o che sono legati alle loro memorie. Si va dalla provincia di Lucca, terra natale di Barsanti e Matteucci, alla sede delle maggiori attività scientifiche e didattiche di padre Barsanti, Volterra e Firenze, fino alle località dove operò Felice Matteucci ovvero Colle di Compito, Vorno, Campi Bisenzio e Firenze. Le manifestazioni, promosse da un apposito comitato, hanno preso avvio l’8 giugno scorso a Pietrasanta con l’assegnazione del III° premio internazionale Barsanti-Matteucci. All’Accademia dei Georgofili può essere visitata fino al 6 novembre la mostra sul motore a scoppio (vedi l’articolo nell’altra pagina). I padri Scolopi delle Scuole Pie fiorentine, fra l’altro, hanno ricordato Barsanti con alcune conferenze per gli alunni della scuola e con l’esposizione di otto pannelli che illustrano l’invenzione del motore a scoppio. Per l’anno prossimo sono previsti quattro convegni. Il 28 e 29 marzo nell’Aula magna dell’Università di Firenze si parlerà su «Le frontiere del Motore a scoppio alle soglie del Terzo millennio». A Lucca il 4 e 5 aprile incontro sul tema «Dall’idrogeno all’idrogeno: 150 anni del Motore a scoppio». Il 31 maggio a Pietrasanta convegno su «Il motore mette le ali» e IV° premio internazionale Barsanti e Matteucci. Gran finale il 5 giugno a Capannori-Vorno con il convegno sui «150 anni del motore a scoppio». Sempre a giugno verrà emesso un francobollo speciale.

Altre iniziative riguardano mostre, pubblicazioni e ricerche sul tema del motore a scoppio, seminari e incontri nelle scuole superiori. Il Comitato per le manifestazioni in onore di Barsanti e Matteucci è presieduto da Nicodemo Lazzari (Fondazione Banca del Monte di Lucca). Il vicepresidente è Franco Mungai (Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca). I coordinatori sono Giacomo Ricci (coordinatore commissione tecnico-scientifica); Massimo Marsili (Provincia di Lucca); Riccardo Marcucci (Comune di Lucca); Vittorio Pasquini (Comune di Pietrasanta); Elisabetta Luporini (Comune di Capannori), Francesco Fenudi (Camera di commercio di Lucca); Francesco Ricci (Aci di Lucca).