Cultura & Società

Il millenario di Camaldoli

di Roberto Fornaciarimonaco di Camaldoli

L’Eremo di Camaldoli si avvicina al tempo delle sue mille candeline, cosicché i monaci, gli eremiti e le monache camaldolesi che lo riconoscono idealmente come la loro casa madre, insieme a numerosi amici, hanno desiderato organizzare una serie di iniziative che non solo ricordassero la sua lunga storia, ma ne presentassero anche il volto attuale. Per questo dal 7 febbraio prossimo prenderanno avvio le «celebrazioni millenarie» che vogliono essere una grande azione di rendimento di grazie per il dono di questo luogo e di quanti lo hanno abitato o anche solo attraversato arricchendolo spiritualmente o materialmente. I monaci e le monache desiderano esprimere la loro gratitudine insieme a tutti coloro che la condividono e sentono una vicinanza con loro. Queste celebrazioni millenarie sono concepite come un periodo di preparazione alla ricorrenza attraverso eventi di tipo religioso e culturale che si protrarranno almeno fino al 6 agosto 2013, anzi anche oltre questa data, proprio perché i tanti appuntamenti previsti sono stati pensati innanzitutto come una occasione per riscoprire, approfondire, riprendere a ricercare questa storia e riproporre i valori e gli ideali che l’hanno animata.

Il calendario prevede appuntamenti di diversa natura: le principali feste liturgiche a cominciare da quelle della dedicazione delle chiese dell’Eremo e del Monastero (rispettivamente 23 agosto e 25 giugno) che ricorda il momento fondativo e dei loro titoli (6 agosto Trasfigurazione, 7 agosto santi Donato e Ilariano), ed ovviamente la solennità di san Romualdo il 19 giugno che, ormai da decenni, ogni anno costituisce il principale momento di festa camaldolese.

All’approfondimento del passato sono dedicati due convegni storici che si terranno nella foresteria del monastero di Camaldoli. Il primo (31 maggio-2 giugno 2012) presenterà i principali momenti della storia di Camaldoli e dell’Ordine camaldolese dalle origini alla fine del XV secolo. Il secondo (30 maggio-1° giugno 2013) proseguirà la medesima indagine per i secoli XVI-XX.

Con le iniziative del Millenario, oltre che a riportare l’attenzione sulla storia di Camaldoli, si desidera offrire occasioni per approfondire il significato dell’esperienza monastica e della vita benedettina-camaldolese oggi. A questa riflessione sono dedicati tre convegni di spiritualità monastica di cui il primo si è tenuto nel maggio scorso e i prossimi rispettivamente nell’ottobre 2012 e 2013. Questi incontri sono l’occasione per una approfondita riflessione sul monachesimo contemporaneo e su alcuni aspetti della spiritualità camaldolese.

Oltre all’annuale programma offerto dal Monastero di Camaldoli di settimane bibliche, liturgiche e teologiche, si terranno anche specifici incontri serali aperti a tutta la popolazione. È il caso dell’itinerario spirituale che collegherà Ravenna, patria di san Romualdo, a Camaldoli. Una serie di incontri con conversazione su tematiche culturali seguite da momenti musicali formeranno le tappe di quella che è stata chiamata via sancti Romualdi.

Inoltre, a Camaldoli il 17 maggio prossimo avrà luogo l’annuale giornata di incontro del clero toscano, con la partecipazione di vescovi e presbiteri provenienti da tutta la regione.

Ma gli eventi del Millenario non si terranno unicamente a Camaldoli: vi saranno esposizioni, giornate di studio e incontri anche in altri luoghi. Sono previste mostre dedicate a evidenziare la storia o alcuni aspetti della produzione artistica e letteraria camaldolese ad Arezzo, Firenze, Ravenna e Venezia, città in cui la presenza camaldolese è stata particolarmente significativa lungo questi mille anni di storia. Così in vari luoghi si terranno anche giornate di studio e spiritualità.

Camaldoli è l’ultima fondazione di san Romualdo, monaco vissuto a cavallo dell’anno Mille, che ha trascorso buona parte della sua vita in modo itinerante, trasferendosi da un luogo all’altro per fondare piccole comunità monastiche o riformare cenobi ed eremi già esistenti. Se per i più oggi, anche nelle comunità ecclesiali, questo austero eremita risulta essere un «insigne sconosciuto», in vita fu un uomo spirituale rinomato e ricercato anche da papi e imperatori. Propugnatore di istanze di rinnovamento spirituale che si andavano diffondendo nel secolo XI e non mancarono di incidenza istituzionale nel mondo ecclesiale.

È negli ultimi anni della sua vita che Romualdo, ancora una volta alla ricerca di un luogo adatto per una nuova fondazione, si incontra con il vescovo Teodaldo di Arezzo che gli offre a questo scopo una proprietà posta sui monti al limite dei confini della diocesi: il «campo di —Maldolo». Così era denominata una radura in pendio che si apriva in mezzo ai boschi presso la quale vi erano sette emersioni di acqua sorgiva. Non sappiamo chi o cosa fosse il Maldolo a cui veniva riferito il campo, solo successivamente nacque la leggenda di un conte che avrebbe donato il terreno. In realtà, è il desiderio di Teodaldo di non mancare l’occasione offertagli dall’incontro con l’eremita Romualdo che favorisce il nascere dell’eremo e del vicino ospizio. Infatti, fin dall’inizio, in una località poco sottostante l’eremo, denominata Fontebuona, veniva gestito dai monaci un ospizio per l’accoglienza di viandanti e pellegrini. Nel giro di pochi decenni si trasformò in un vero e proprio cenobio che rimodellò la primitiva struttura camaldolese. Eremo e monastero costituirono ambedue luoghi-dimensioni dell’avverarsi del carisma camaldolese. La solitudine per favorire nel silenzio la ricerca di Dio, la comunione fraterna anima di una charitas evangelica che si apre con l’ospitalità all’altro, affinché nessuno nella casa di Dio si senta straniero.

Consapevoli di trovarci all’inizio di un nuovo millennio queste celebrazioni non vogliono essere un consolante traguardo, ma lo stimolo a proseguire il cammino che Dio vorrà porci innanzi.

Sacro Eremo di Camaldoli 52010 Camaldoli (AR) Tel. 0575-556044; Fax 0575-556042segreteria.millenario@camaldoli.it www.camaldoli.it Il logoIn occasione del Millenario è stato affidato alla «Sesamo comunicazione visiva» di Figline Valdarno la creazione di un «logo» o marchio per contrassegnare tutte gli eventi che lo compongono. L’obiettivo, come per ogni marchio, è di creare una identità visiva del Millenario dell’Eremo di Camaldoli da utilizzare in tutte le attività di informazione, comunicazione e promozione relative all’insieme e a ogni suo singolo evento. La Sesamo, dopo aver approfondito la natura dell’evento, ha elaborato tre marchi che ha presentato ai monaci. Quello che è stato scelto, dopo ulteriori studi e modifiche, è sembrato rappresentare in una forte sentisi la realtà della comunità e l’ideale che la muove. Infatti, il logo realizzato dal team dell’architetto Daniele Casprini nel suo insieme è il simbolo della stretta «comunione tra Terra e Cielo» che si vive a Camaldoli. Ogni tratto figurativo sintetizza un elemento ben preciso della nostra realtà: il triangolo di colore celeste, rappresenta l’Eremo, luogo spirituale informato dalla presenza del Divino in cui i monaci si ritirano e vivano la stretta comunione con Dio. L’arco marrone rappresenta in senso generico la Terra, ovvero il territorio di Camaldoli – la montagna – nello specifico, che riporta i valori e la sostanza dell’umano. Il triangolo di color arancio, icona stilizzata del Monastero che appartiene alla terra, ma che è in contatto con Dio.

La composizione semplice e dai colori armoniosi, che richiamano la natura di ogni elemento, rappresenta il collegamento che vi è tra il Cielo e la Terra, il movimento dello Spirito che – come se fossero le due parti di una clessidra – dall’alto scende verso il basso per permeare ogni cosa. 

Per rispondere loro con dolcezza  e provvedere con caritàDi seguito il testo, del 1080, che narra la fondazione di Camaldoli da parte di Romualdo di Ravenna.Vi rendiamo dunque noto, fratelli carissimi, che l’eremo di Camaldoli fu edificato dal santo padre eremita Romualdo per ispirazione dello Spirito Santo e su preghiera del religiosissimo vescovo aretino Teodaldo, insieme a una chiesa che il suddetto vescovo consacrò al nome  del santo Salvatore nell’anno mille e ventisette della sua incarnazione. Costruite lì cinque celle, il santo vi stabilì cinque suoi confratelli, cioè Pietro e un altro Pietro, Benedetto, Giso e Teuzo. Tra questi scelse Pietro, detto Dagnino, uomo accorto e devoto, lo pose a capo degli altri quattro fratelli e dette loro la regola di digiunare, tacere e restare in cella. Fatto ciò, trovò più in basso un luogo chiamato Fonte Buono e lì costruì una dimora, stabilendovi un monaco con tre conversi per l’accoglienza degli ospiti, per rispondere loro con dolcezza e provvedere [da mangiare] con carità e affinché l’eremo restasse appartato e lontano dai rumori del mondo, come un soldato corazzato sul campo di battaglia, che imbraccia lo scudo contro i colpi dei nemici, e come il tabernacolo e l’altare, coperti da un telo per le varie necessità. Allora il santo ordinò al suddetto Pietro, che aveva istituito priore, di costruire una chiesa nell’ospizio di Fontebuono, chiesa che in seguito Pietro realizzò con l’aiuto di Dio e fece consacrare al suddetto vescovo».(Costituzioni di Rodolfo, II, 1-6: Consuetudo Camaldulensis. Rodulphi Constitutiones. Liber Eremitice Regule, a cura di Pierluigi Licciardello, Sismel, Firenze 2004, pp. 3-5). Il Convegno«Verso il millenario camaldolese» è il tema della giornata di studi (in occasione della presentazione delle iniziative legate al millenario della fondazione del Sacro Eremo di Camaldoli) in programma lunedì 28 novembre (ore 10-18) a Firenze (Altana di Palazzo Strozzi).Ore 10Saluti istituzionaliDon Alessandro Barban (Congregazione camaldolese dell’Ordine di San Benedetto)Agostino Paravicini Bagliani (Sismel)Chiara Silla (Regione Toscana). – Maria Letizia Sebastiani (Direttrice Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia)Le iniziative della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia– Marina Laguzzi (Archivio di Stato di Firenze)Il progetto di inventariazione del fondo «Camaldoli» nell’Archivio di Stato di Firenze– Alessandra Pesante (Direttrice Biblioteca Universitaria di Pisa)Un progetto di collaborazione: catalogazione e digitalizzazione del Fondo Grandi della Biblioteca Universitaria di Pisa– Giuliana Adorni – Valeria Capobianco (Archivio di Stato di Roma)La documentazione Camaldolese presso l’Archivio di Stato di Roma– Angelo de Scisciolo (Archivio di Stato di Firenze)Ricerche in corso sugli effetti del decreto del 29 aprile 1808 e l’abolizione delle abbazie, conventi e monasteri in ToscanaPausa – Manuela Mantani (Direttrice Archivio di Stato Ravenna)Gli archivi dei monasteri camaldolesi: progetto di inventariazione degli archivi ravennati e faentini e Convegno del Centro Studi Nazionale degli archivi ecclesiastici di Fiorano e Ravenna– Daniela Poggiali (Addetta alla collezione di grafica della Biblioteca Classense)La costituzione di una banca dati iconografica camaldolese fra Ravenna e Camaldoli – Claudia Giuliani (Dirigente del servizio bibliotecario dell’Istituzione Biblioteca Classense)I libri del silenzio, un’esposizione libraria sul tema del silenzio dalla retorica classica alla regola monastica nelle collezioni dei Camaldolesi di Classe a Ravenna– Fabio di Pietro – Raoul Romano (Inea, Roma)Il Codice Forestale Camaldolese, le radici della sostenibilità– Cecile Caby (Cépam Umr 6130 Université de Nice-Cnrs / Institut universitaire de France)Il processo fra Camaldoli e il vescovo di Arezzo (1216): presentazione di un progetto collettivoIntervallo per il pranzoOre 15– Pierluigi Licciardello (Università degli Studi di Firenze)La legislazione camaldolese medievale: prospettive di ricerca– Elisabetta Guerrieri (Sismel, Firenze)L’epistolario di Pietro Dolfin: prime note– Lucia Merolla – Livia MartinoliManoscritti camaldolesi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma– Barbara Vanin – Paolo Eleuteri (Università Ca’ Foscari di Venezia)I manoscritti camaldolesi in «Nuova Biblioteca Manoscritta»– Gabriella Pomaro (Sismel, Firenze)La banca dati ABC – Antica Biblioteca CamaldolesePausa– Patrizia Stoppacci (Università degli Studi del Molise)Il salterio di San Romualdo: un progetto di edizione– David Speranzi (Assegnista di ricerca presso la Sapienza, Dipartimento di Storia, Culture, Religioni)Manoscritti greci provenienti da Creta nella biblioteca di un camaldolese– Sara Giacomelli (Sismel, Firenze)La miniatura camaldolese prima della Scuola degli Angeli– Eugenia Antonucci (Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze)Copisti eremiti a Camaldoli tra Tre e Quattrocento.Discussione finale e chiusura dei lavoriOrganizzazione  Sismel – Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino. Segreteria della giornata:isabella.pizzo@sismelfirenze.itmtucci.formazione@sismelfirenze.it