Cultura & Società

Il primato del portiere con la passione del mare

di Lorella PellisIl salvacalcio, per fortuna, c’è. Non è il giustamente vituperato decreto spalmadebiti, ma ha la faccia perbene di un ragazzone di trentaquattro anni capace di farci riconciliare con il cosiddetto gioco più bello del mondo. Si chiama Vincenzo Sabatini e fa il portiere, ma per lui non ci sono né maxi ingaggi, né telecamere e cronisti al seguito. Salvo domenica 28 marzo, quando ha disputato la sua quattrocentesima partita consecutiva: ben più di un record, visto che quello l’aveva già battuto tempo fa con i complimenti e la successiva amicizia del precedente detentore (332 partite), un certo Dino Zoff che tra una cosa e l’altra è stato anche campione del mondo.

Vincenzo, invece, si contenta di essere campione del Montalcino, buona squadra di Eccellenza toscana (girone B) dove gioca da due anni pur essendo nato e abitando a Porto Ercole, distante cento e passa chilometri di strade non propriamente veloci. «Dedico questo record alla mia famiglia», ci dice Vincenzo al telefono. È soddisfatto e ne ha tutti i motivi. Da ben tredici stagioni non ha mai perduto l’appuntamento domenicale con il pallone. Mai una malattia, un infortunio, una squalifica, niente di niente. Un fisico bestiale, insomma, come è stato detto di lui in questi giorni.

«La verità è che ho sempre creduto in me stesso e nell’allenamento. Il lavoro, qualsiasi sia, alla lunga paga sempre. E poi sono stato anche fortunato: in questi anni ho avuto due volte la febbre a 39 ma eravamo durante la pausa natalizia. Un’altra volta ho avuto uno stiramentino ma in quel momento eravamo in preparazione e la prima di campionato la giocai ugualmente anche se ero ancora un po’ infortunato».

«Con un fisico così Vincenzo può fare di tutto», ha detto Zoff a chi l’ha intervistato sul nuovo record del suo degno erede. Domenica 28 non era a Figline, dove il Montalcino ha pareggiato 1-1, ma ha promesso d’esserci alla 450ª partita consecutiva. Vincenzo apprezza ma mette le mani avanti: «Non è mica semplice, praticamente sarà fra un campionato e mezzo. Come numero complessivo di partite giocate, invece, domenica prossima contro il Valdema saranno 500 tonde tonde…».

Sabatini, che di lavoro fa l’assicuratore, riserva un ringraziamento particolare ai suoi superiori, «che non mi hanno mai negato la possibilità di proseguire nella mia attività». Già, perché mica c’è solo da giocare alla domenica: occorre allenarsi, ovviamente a Montalcino, per quattro giorni la settimana: il martedì, il giovedì, il venerdì e il sabato. «Vado con la mia macchinina fino a Grosseto, a 48 chilometri da casa – racconta – poi salgo su quella degli altri per farne un’altra sessantina». Ovvio che la vita privata finisca per essere un po’ sacrificata: «Sono single. Diciamo che ancora non ho trovato la donna giusta e che questo sarà il mio prossimo obiettivo». Parliamo un po’ della sua carriera prima dell’approdo nella patria del Brunello. «La mia prima esperienza – racconta – è stata nel Porto Ercole, dove ho fatto tutta la trafila del settore giovanile fino ad arrivare in prima squadra a 16 anni e mezzo. Poi ho giocato nel Grosseto, nella Pianese, a Pitigliano e a Rosia. Adesso eccomi qui».

I gol presi? La media è ottima, 0,75 a partita, ma Vincenzo è pure un mostro con i rigori: quest’anno, su sei subìti, solo uno è andato a segno. «La notorietà fa bene – ammette – sono andato in varie trasmissioni, hanno telefonato anche a Zoff. Prima ci si dava del lei, ora del tu. Ci siamo visti anche diverse volte e siamo stati a pranzo insieme. Per Natale lui mi ha regalato un maglione e io un po’ di Brunello».

Parliamo un po’ del calcio che conta… «Sono un gobbo», ammette. «Siamo i migliori ma mica si può vincere tutti gli anni…». Quanto ai suoi illustri colleghi, «il migliore in questo campionato – afferma – è senza dubbio Dida del Milan anche se per me il più forte in assoluto è sempre Buffon e pure Peruzzi sarebbe eccezionale se non avesse infortuni». Un’esperienza sconosciuta a Sabatini, con quel fisico inattaccabile di 180 centimetri per 85 chili di peso, ma anche con una gran testa sulle spalle, come ha sottolineato il suo amico Zoff. Una testa che si muove bene anche nel campo degli affari: «Ho preso in gestione una spiaggia a Porto Ercole dalla prossima estate – rivela – e mi aspetta un bell’impegno». Un’altra occasione per tenere alto il nome del paese, visto il campanilismo che serpeggia tra portercolesi e santostefanesi e che Vincenzo certo non rinnega. «A me da noia – ammette – quando scrivono “ragazzo dell’Argentario”, io sono di Porto Ercole e sono campanilista, sono uno di quelli che se la mattina non vede il mare non parte».

Domenica 4 aprile, dunque, viene premiato a Montalcino. E per gli altri record che arriveranno? «Via via che passa il tempo l’obiettivo è sempre più difficile. Adesso gioco alla giornata e penso alla mia 401ª partita. Non che abbia intenzione di smettere presto, comunque a 45 anni attaccherò le scarpe al chiodo. Se poi nel frattempo trovo una donna che mi fa perdere il cervello prendo e mollo tutto…».

Dal porto di Livorno a mito della palla ovale