Cultura & Società

Il volontariato rivendica di fare notizia

di Andrea FagioliIl vecchio e inflazionato, ma pur sempre valido adagio «il bene non fa notizia» è risuonato anche sotto le volte affrescate della sala convegni del Monte dei paschi di Siena, a Firenze. Un’affermazione che risuonerà ancora se non si realizza quella «santa alleanza tra informazione e terzo settore» auspicata da Lanfranco Norcini Pala, responsabile comunicazione della presidenza nazionale delle Acli alla cui struttura regionale, ed in particolare al responsabile toscano del dipartimento comunicazione, Gabriele Parenti, si deve l’iniziativa di aver riunito istituzioni locali, giornalisti e associazioni del terzo settore per parlare di «Diritti di cittadinanza e comunicazione sociale».

E l’ambito regionale è quello giusto, «perché il ruolo della Regione – come ha spiegato il costituzionalista Leonardo Bianchi – è stato di recente potenziato proprio in materia di ordinamento della comunicazione». Anche se non tutto funziona, a partire dal Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, definito addirittura «inutile» dal consigliere regionale dei Verdi Fabio Roggiolani intervenuto nel corso del dibattito.

La Regione deve infatti garantire «che gli spazi di partecipazione e di democrazia siano rafforzati tenendo conto del diritto dei cittadini a essere informati in modo corretto», come ha ricordato Bianchi citando il recente documento del Forum toscano dei cattolici impegnati nella vita sociale e politica. E «gli spazi di partecipazione e di democrazia» si garantiscono anche con il sostegno alle imprese di informazione locale, da sempre legame reale tra politica e territorio e, in certi casi (come il nostro di Toscanaoggi), uno dei pochi luoghi in cui il volontariato fa realmente notizia. Basta una Ricercaricerca sul nostro sito internet alla voce «volontariato» o «terzo settore» per scoprire centinaia di articoli.

Ma se il volontariato rivendica visibilità, attenzione che abbia la coscienza a posto. «Troppo spesso si fa volontariato – avverte don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale della diocesi di Firenze – perché c’è il disagiato o lo straniero, e a volte anche perché ci sono i soldi. La frontiera non è più il disagio ma la normalità».

Inoltre, a proposito del tema specifico del convegno, il diritto non può più essere concepito come l’abbiamo concepito finora: «Tutto è diritto – spiega Momigli – e tutto è lotta tra diritti. Occorre invece cogliere il diritto e i diritti non in una concezione individuale bensì relazionale, ossia guardando il volto dell’altro. La dimensione relazionale è essenziale per costruire una comunità». In questo, il volontariato, quello autentico, diventa fondamentale per difendere o forse riscoprire quel senso di appartenenza che si sta affievolendo in modo preoccupante nella nostra società.

Il convegno, introdotto dal presidente regionale delle Acli Paolo Martelloni e coordinato dal vicepresidente Pino Staffa, è stato concluso da un aclista di lungo corso come l’attuale vicepresidente della Giunta regionale toscana, Federico Gelli. Mentre in apertura del dibattito è intervenuto anche l’assessore regionale alle politiche sociali, Gianni Salvadori.

Per Gelli «il tema della comunicazione è quanto mai importante e richiama l’attenzione a quei valori che sono fondamentali per una cittadinanza attiva». Da qui l’annuncio di un impegno sul fronte del digitale terrestre e nella ricerca degli spazi e dei sostegni che le istituzioni devono garantire per un’informazione sempre più completa e libera.